lunedì 19 gennaio 2015

Bangkok - giorno 2.


Vista del Palazzo Reale dall'esterno.
Sveglia tarda mattina subito con i buoni propositi: oggi si visita. Prima tappa Wat Pho. In realtà l’idea iniziale era quella di visitare il Palazzo Reale ma da fonti del posto la preghiera durava fino alle ore 14 (con conseguente chiusura della struttura) quindi veloce passaggio affianco tanto per poter dire “l’ho visto”.
Le tecniche per trovare monumenti o altro in una città completamente nuova sono semplici e creative: osserva chi ha la faccia da disperso quanto la tua e attaccati dietro ovunque vada. Decidiamo quindi di seguire una famiglia chiaramente allo sbando più totale ma convinti che da qualche parte ci avrebbe portato. La cosa più interessante di Bangkok è l'impossibilità di attraversare le strade senza correre il rischio di essere stesi.
Dopo un’ora abbondante in giro a caso per la città arriviamo a destinazione con rigorosa bottiglia d’acqua in mano acquistata per 20 bath da un ambulante. Anche se la temperatura si aggirava sui 26/27 gradi con il sole che andava e veniva l’afa era allucinante e l'odore di cibo e lo smog di sicuro non aiutano.

Vista da davanti.
Vista da dietro.
Entriamo pagando il biglietto di 200 bath  (i thailandesi entrano gratis essendo considerato anche un importante luogo di preghiera e meditazione) e subito sulla destra troviamo l'ingresso per la statua del Buddha. D’obbligo assolutamente prima d'entrare togliersi le scarpe e metterle in un sacchetto blu fornito all’ingresso. I commenti sui calzettini color carne di Ciano si sprecano. La struttura è conosciuta anche, come il Tempio del Buddha Sdraiato anche se, il suo nome ufficiale è Wat Pho, è famoso, oltre che per la sua maestosa bellezza, per essere il luogo dove è nata moltissimi anni prima, la primissima scuola di massaggio thai. Gli enormi piedi della statua sono incisi con raffigurazioni della vita del Buddha. Si trovano inoltre una serie di contenitori di monetine (saranno più di cinquanta) dove tradizione vuole che, gettando una monetina in ogni contenitore, questo porterà fortuna. Il silenzio nonostante l'enorme massa di turisti è surreale. Facendo un giro all'esterno il numero eccezionale di piccoli templi, fontane e giardini rende l'idea dell'enorme grandezza di tutto il tempio.

Vista dal tuk tuk.
Decidiamo per tornare di prendere il tipico mezzo di trasporto del posto: il tuk tuk. Chi mai l’avrà inventato vista la velocità e la sicurezza alquanto proibitiva essendo ai lati completamente aperto. Del tassametro nemmeno l’ombra quindi contrattiamo alla spicciola il prezzo (200 bath) per un quarto d'ora di strada. 
Arriviamo in Rambuttri Street e dopo alcuni minuti ritroviamo Fede. Avete presente un uomo distrutto senza alcuna idea di dove si trova, senza parole e affranto dalla vita?!! Ecco, la descrizione di una persona dopo una serata con due italiani! Chiediamo del suo amico thailandese ma ci viene spiegato che per un paio di giorni non ha alcuna intenzione di uscire. Dopo averlo salutato ci dirigiamo verso l’hotel per doccia ripiglio e tappa al nostro bar per l’aperitivo. Appena arriviamo veniamo accolti da risate a crepapelle da parte delle cameriere che si chiamano tra loro quasi a volersi dire “Eccoli eccoli!” e le uniche parole che riescono a pronunciare per spiegare la serata precedente sono: “Tequila tequila tequila!!!” e  un “Tu barcolli!” imitando la camminata di Ciano alle 21 di sera.
Insomma, dopo esser stati presi in giro e ancora increduli di tutta questa fama non voluta ci dirigiamo a cena. Improvvisamente inizia a piovere e la strada diventa subito una sorta di pattumiera puzzolente a cielo aperto.

Idea: andiamo a farci fare un massaggio. Entriamo nel primo centro massaggi  che ci capita e richiediamo un massaggio thailandese con olio e uno normale per un’ora e mezza (400 bath a testa). Arrivano le due massaggiatrici: uno splendore ventenne per Ciano, un bidone da un quintale ultracinquantenne per Friz. Fortunatamente avevamo trovato, credo, l’unico centro massaggi senza "happy end" in tutta la via quindi tra risate generali riusciamo a rilassarci senza alcun pensiero di prestazione.
Ora, mi piacerebbe dirvi che la serata finisce così, che da bravi ragazzi abbiamo bevuto l’ultima birra e siamo andati a dormire ma purtroppo il tutto prese un epilogo diverso.
Considerando il racconto vietato ai minori di 18 anni posso solo dire che il finale è stato con uno dei due che non aveva nemmeno più un centesimo per il taxi. Finalmente dopo un’altra giornata estremamente impegnativa il meritato riposo.

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