venerdì 16 gennaio 2015

Bangkok - giorno 1.


 
Ingresso Guesthouse inRambuttri Street, 30 Bangkok.
Problema uno: trovare l’hotel. Sembrerebbe una cavolata in qualsiasi paese del mondo ma qui no. Numeri civici inesistenti o nascosti ed insegne super colorate una attaccata all’altra rendono l'operazione alquanto complessa. Iniziamo a camminare ma il caldo e l’afa sono asfissianti, gli odori delle bancarelle sono estremamente forti, la gente urla e ci chiama ogni secondo. Stop: urge sigaretta. Tutti e due senza accendini sequestrati in aeroporto. Parte la prima contrattazione ufficiale in terra straniera e subito la stanchezza surclassa qualsiasi voglia di discutere: 6 euro un accendino che durerà cinque giorni.

Camera vista dall'interno.
Dopo un quarto d’ora a caso ed un svariato numero di sigarette, finalmente l’insegna tanto desiderata “A and A Guesthouse”.
La guesthouse è concepita come un'abitazione o parte di essa convertita per l'uso esclusivo della sistemazione di ospiti. Il proprietario vive solitamente in una zona separata all'interno della proprietà. Si tratta di una forma di alloggio simile ad un Bed & Breakfast.
Entriamo e tempo di firmare due carte, pagare in anticipo (2.550,00 bath in valuta locale per 3 notti) ed il check-in dura cinque minuti. Possibile pagare anche con carta di credito. 
Ci dirigiamo in camera vogliosi di fare una doccia ed uscire. Nulla di nuovo rispetto alle foto trovate su Booking: un letto matrimoniale abbastanza grande con specchio e scrivania ed un bagno interno con doccia. Tempo di sistemare il tutto e siamo nuovamente fuori.
Lo spettacolo è indescrivibile. Bancarelle e bar accampati in strutture di fortuna distanziati da mezzo metro l’uno dall’altro, il fumo di ogni sorta di cibo che invade l’aria, un anziano che si aggira con degli scorpioni da mangiare. Facciamo pochi metri e ci fermiamo subito in un bar molto fatiscente gestito da thailandesi.

Gecko bar, Rambuttri Street, Bangkok.
Ordiniamo due Heineken (120 bath l'una), tipica birra europea di chi si vede distante un miglio che è appena arrivato. Tentiamo di metterci a nostro agio per quanto possibile in un posto così straordinariamente diverso da ciò a cui siamo abituati. Subito osserviamo la diversità delle persone che ci circondano: molti solitari e molte coppie, nessuna compagnia con più di tre persone. Abbigliamento rigorosamente bermuda, maglietta e infradito. Non esiste la necessità di farsi vedere vestiti decentemente perché a nessuno frega niente di come esci di casa. Beviamo una seconda birra (Tiger 90 bath), una terza (Chang 80 bath) ed una quarta birra ed il sorriso appare nei nostri volti.
Momento euforico dopo alcuni minuti di dialogo.
Un ragazzo seduto da solo ci osserva (Fede, originario della Germania, dopo un periodo lavorativo di alcuni anni a Bangkok è rimasto senza lavoro ma nessuna intenzione di tornare a casa) forse curioso o più desideroso di far due parole. Lo invitiamo con ampi gesti al nostro tavolo e subito si aggrega un altro ragazzo thailandese. Il nostro inglese comincia a produrre i suoi effetti...sembra che riusciamo a capirci senza molta difficoltà. Ciò che speri accada prima di partire sta avvenendo alla grande. E via con un’altra birra. Curiosamente una cameriera inizia a pattugliare il bagno con una certa insistenza dove siamo ogni dieci minuti ma capiremo solo durante il viaggio il motivo. Tempo di parlare un attimo ed eccone altri due sedersi al tavolo, Ben (tedesco) e la sua ragazza (estone).
Iniziamo a raccontarci il programma di viaggio di ognuno mentre Ciano è in preda al delirio delle ordinazioni. L'entusiasmo di tutte queste conoscenze in così poco tempo prende il sopravvento. E si inizia drammaticamente con le tequila. Passa un’altra mezzora ed altri due ragazzi svizzeri si siedono. Ci accorgiamo che dalla strada iniziano le foto dei turisti verso l’attrazione della via, cioè noi. Credo più che altro per i cori da stadio stile "Oooooo" al momento di bere. Ormai le cameriere sono un continuo avanti e indietro tra tequila e birre che arrivano come fosse un addio al celibato tra vecchi amici. Tentiamo di andare oltre gli unici 50 metri visti da quando siamo arrivati ma il sonno è troppo e una buona dose d’alcool annullano qualsiasi iniziativa. Andiamo a letto tra le risate e la convinzione che si…siamo in Thailandia.

Nessun commento:

Posta un commento