venerdì 30 gennaio 2015

Nicola e Chiara - Natale 2014 in Lapponia.

Tra tutte le possibili mete dove festeggiare il Natale proprio la Lapponia, come mai?
Partiamo dal presupposto che la mia famiglia ed il mio fidanzato non siamo dei gran appassionati del freddo, ma volevo provare un’esperienza diversa dalla classica montagna o dal posto esotico in inverno. Inoltre ero particolarmente attirata dalla possibilità di vedere l’aurora boreale: spettacolo tra i più belli in natura.
 
Considerando la particolarità del luogo, la domanda vien da sé...come ci siete arrivati?
Comincio con il dire che, i trasporti nei periodi  freddi sono piuttosto rari e, quindi, la prima cosa da fare è cercare di pianificare al meglio le tratte aeree. La durata del viaggio è stata di una settimana e siamo partiti da Milano con destinazione Helsinki. Abbiamo trascorso la notte in un hotel vicino all’aeroporto (ci sono delle navette appena usciti che ti accompagnano gratuitamente presso il tuo alloggio e che circolano  fino a mezzanotte e mezza, altrimenti è possibile prendere il  taxi) e, la mattina seguente abbiamo preso il volo per Rovaniemi. Sottolineo come la compagnia aerea Finnair sia stata una piacevole scoperta: ottimi confort, posti molto spaziosi e personale gentilissimo.
Come mai scalo a Rovaniemi?
Abbiamo scelto di fare questo scalo, nonostante la nostra ultima destinazione fosse Saariselka, perché volevamo visitare il villaggio di Babbo Natale, piccolino e molto caratteristico. Consiglio di non rimanerci per più di due ore perché in genere è molto affollato e cmq puo’ diventare noioso. Abbiamo  avuto la possibilità di conoscere l’ufficiale Babbo Natale e di vedere i suoi folletti. Posto molto adatto ai bambini ovviamente. Per arrivarci avevamo noleggiato una sorta di mini caravan per poter arrivare dall’aeroporto al villaggio e per poter fare un giretto a Rovaniemi in tranquillità e al caldo, aspettando le undici per prendere la corriera con destinazione Saariselka, all'interno della quale eravamo gli unici quattro europei mentre tutti gli altri erano dei gruppi di giapponesi che, man mano ci avvicinavamo alle stazioni sciistiche, scendevano. Dopo tre ore e mezza, siamo finalmente arrivati al Santas Hotel Tunturi che è considerato il migliore della zona.
Hotel nella mente di molti color ghiaccio stile iglù e invece...?
A tutti coloro che desiderano avvicinarsi ad una struttura lappone, dico già che l’hotel non è organizzato come i nostri: le camere o meglio, gli appartamenti con sauna compresa, sono situati esternamente la zona colazione/ristoro/hall e quindi ogni volta bisogna spostarsi. Detta così sembra semplice, ma a -27 gradi anche percorrere dieci metri puo’ risultare ostico, se non imbacuccati a dovere. Quindi si partiva dalla camera vestiti molto per arrivare alla hall in cui ti dovevi spogliare per non morire di caldo. Le camere erano calde, pulite e spaziose. La sauna funzionava bene ed è stata estremamente piacevole viste le temperature glaciali.
Ora, per quanto possa essere considerato un posto spettacolare, le giornate come le passavate?
Durante il nostro soggiorno, abbiamo organizzato delle gite appoggiandoci ad una agenzia locale che organizzava escursioni, anche se consiglio di organizzare tutto da casa verificando cosa avete piacere di provare, i giorni e gli orari. Noi abbiamo fatto l'escursione con i cani da slitta, con le renne, la ciaspolata di notte dentro la foresta in un parco naturale godendoci lo spettacolo dell'aurora boreale, siamo stati in motoslitta e a pescare e infine alla ricerca dell'aurora in mezzo alle coltri di neve. L’agenzia fornisce tute speciali contro il freddo, scarpe e guanti ma sotto, ricordate che, dovrete essere comodi e vestiti a dovere: io e il mio fidanzato avevamo tre paia di calzetti termici, due paia di guanti,  pantaloni comodi (tipo tuta sportiva invernale) e maglione e ciò nonostante sentivamo il freddo.

Costo di una settimana? E, considerando quindi il tutto, freddo compreso, che pensi di quello che hai visto?
Il costo del viaggio è stato alto: solo per i trasporti abbiamo speso 1.500,00 euro a persona. Anche le gite sono costate molto, ma ne è valsa la pena. Probabile che, in periodi dell’anno differenti, le cifre siano più basse ma purtroppo non è così facile godere dello spettacolo dell’aurora boreale.
La Lapponia è davvero una terra incredibile e selvaggia, romantica e aspra nello stesso tempo: in alcuni tratti pareva di essere nel cartone animato Disney ”Frozen” e si aveva l’impressione che una fata dei ghiacci fosse appena passata. Il tutto era contornato da queste pochissime ore di luce,  in cui nemmeno il sole faceva capolino, ma il cielo diveniva, nel momento di maggiore luce, di un colore rosa acceso. Pareva di essere in un dipinto.

mercoledì 28 gennaio 2015

Thailandia - alcune domande.

Ingresso Tiger Dance, Patong Beach.
1) Alla sera è pericoloso muoversi o si può girare tranquillamente?
Onestamente, dovessi fare un confronto tra  Bangkok o Patong Beach, avrei molta più paura muovermi da solo nel centro di Vicenza dopo una certa ora, considerata la gentaglia che gira. Credo che, rispettando alla lettera la regola del "non andare in cerca", in questo tipo di località i pericoli possano essere veramente rari visto l'enorme numero di persone a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non fare i fenomeni mostrando pacchi di soldi tenuti in tasca o sventolandoli come un trofeo, portare il massimo rispetto verso gli altri anche se si ha bevuto un po' più del solito e non infilarsi in vie strane e non illuminate che non si conoscono sono regole d'oro da utilizzare in qualsiasi posto del mondo. Personalmente, anche solo la sensazione di essere in "pericolo", non mi ha nemmeno mai sfiorato. 

2) Come ci si muove per raggiungere il centro?
Come già spiegato nei precedenti post il mezzo principe è sicuramente il taxi o tuk tuk. A differenza però di tutto quello che avevo letto in altri blog per farmi un'idea di cosa avrei trovato c'è da puntualizzare che: il taxi meter (tassametro) è d'obbligo praticamente solo quando si parte dall'aeroporto dove si fa la prenotazione (senza più pagare 50 bath per usufruire del servizio) in quanto i tassisti sono maggiormente controllati. Oltre al pagamento della corsa se si prendono pedaggi a pagamento nel costo finale sarà conteggiato anche quello (pedaggio stile le nostre autostrade). In tutte le altre occasioni e soprattutto con i tuk tuk, sia a Bangkok che a Phuket, si deve trattare il prezzo e strano ma vero il più delle volte se non pagate quello che vi "chiedono" vi lasciano a piedi piuttosto che prendere qualcosa in meno. I prezzi comunque sono veramente esigui se messi in confronto a quelli che pagheremmo qua da noi.


Ragazze in Bangla Road, patong Beach.
3) Esiste tanta prostituzione come si pensa o è solo una leggenda?
Senza soffermarsi sui prezzi, purtroppo quando si entra nei bar o locali qualsiasi ragazza che ci lavora dentro, al 99% è disponibile nel riaccompagnarvi a casa. Per non parlare lungo Bangla Road dove la cosa assume proporzioni inimmaginabili. La ragazza, che funge anche da cameriera, si avvicina e, se le offrite da bere rimane, altrimenti se ne va. Non esiste alcun obbligo, diciamo che è solo un "servizio" in più che viene offerto. Diverso in discoteca dove le ragazze sono li per arrotondare lo stipendio o farsene uno vero e proprio. Mentre nei bar bisogna pagare per portarla via (poi a parte la ragazza stessa) in discoteca non deve essere pagato il locale. Esiste il "gratis"? In un paese dove gli stipendi medi sono ridicoli e la maggior parte della prostituzione è per necessità...per quale motivo dovrebbero far le cose gratis?
 

Bancarella di verdura lungo Rambuttri Street.
4) Quanto costa una media giornaliera tra mangiare e festa?
La leggenda che con 40/50 euro si fa tutto scordatevela. I ristoranti costano sicuramente molto meno di qua: un primo e secondo (compreso per mangiare pesce) ed una birra, difficilmente spenderete più di 20 euro a testa. Mangiando lo street food, invece, con 20 euro si mangia una settimana tra pranzo e cena. Unico problema è l'igiene, alquanto carente, ed il dover mangiare in piedi un qualcosa di non propriamente definito. Noi assaggiavamo qua e la ma le cene tutte rigorosamente al ristorante. Per quanto riguarda il discorso alcool non vi sono grandissime differenze rispetto l'Italia: una birra media in bottiglia costava quasi 3 euro mentre i cocktail variavano tra i 4/5 euro. Quindi mettete un aperitivo, una cena, pagate il taxi, una serata fatta bene e magari offrite anche qualcosa ed ecco che i famosi 50 euro non vi servono proprio a nulla.

5) Com'è la gente del posto?
La Thailandia viene descritta come il "paese dei sorrisi" dove il popolo thai sembra ridere in continuazione senza qualche motivo in particolare. Obbiettivamente tutto questo ridere non l'ho visto. Può essere sicuramente chiamato il paese della gentilezza, il paese dei ritmi estremamente lenti o del modo di prendere le cose molto alla leggera ma questi sorrisi gratuiti non esistono. Per quanto riguarda gli stranieri, dove l'idea è di un paese sommerso di italiani (mai visti tranne durante l'escursione a Koh Rok), troviamo invece moltissimi tedeschi e soprattutto russi (con il loro modo di fare da "io ho i soldi e tu sei qui per servirmi"). Per quanto riguarda l'approccio tra turisti in generale è qualcosa di eccezionale in quanto tutti parlano con tutti senza alcun tipo di pregiudizio.


6) Meglio partire con soldi contanti o prelevare direttamente con il bancomat sul posto?
Considerando i 180 bath (quasi 5 euro) ad ogni prelievo negli Atm locali indipendentemente dalla cifra prelevata e la commissione di 2 euro applicata dalla vostra banca (in questo caso l'Unicredit) nettamente meglio partire con i contanti e cambiarli direttamente nei vari Exchange che si trovano ad ogni angolo. Inoltre non è garantito che con la vostra carta possiate prelevare ad ogni sportello. Chiaro che, girare con molto contante non è sicuramente consigliato ma se non si vuole pagare inutilmente spese e commissioni è la soluzione migliore. Il cambio è meno favorevole all'interno dell'areoporto quindi meglio cambiare solamente 50 euro per le prime spese tra taxi ed eventualmente per mangiare qualcosa.

lunedì 26 gennaio 2015

Koh Rok con Martino.


Ingresso in barca in una delle Phi Phi Islands.
Obbligo assoluto se si va in Thailandia, oltre  a far festa alla sera è fare almeno un'escursione tra le splendide isole che il paese può offrire. Prima della partenza quindi, inizio a consultare diversi siti che organizzano gite del genere. La scelta ovviamente non è semplice anche perché l'offerta è molta ma anche le fregature sono altrettante. Dopo un po' credo di trovare quello che fa per me: Amici di Phuket di Martino. Cosa diversa dalle altre persone contattate è la gentilezza nel rispondere ed il tempo concesso per provare ad essere il più esauriente possibile su una serie di numerose domande e dubbi che da turista vengono naturali. Dopo aver verificato vari commenti ed opinioni di altri che "ci sono già passati" decidiamo di affidarci a lui.
Contatti agenzia anche in Facebook.
Appuntamento in agenzia non distante da dove alloggiamo a Karon Beach. Troviamo anche altri italiani con cui confrontarci il che rende tutto molto più familiare. L'idea principe era, forgiati anche dal film "The Beach" di Di Caprio, visitare Maya Bay e l'incredibile spiaggia che offre ma la cosa tramonta subito: per il 31 dicembre posti esauriti. Tra lo sconforto più totale chiediamo un'alternativa. Sarà per la passione nel raccontarlo o per alcune foto mostrate ma ci convince subito per qualcosa di più affascinante: Koh Rok. Apro una parentesi: il fatto che, dopo aver pagato e quindi, si può dire aver già "ottenuto" il cliente, Martino perda ancora tempo nello spiegarci molto dettagliatamente come si svolgerà la giornata, la dice lunga sul fatto che non tutti gli italiani all'estero sono dei cafoni pronti a fregare il prossimo ma che qualcuno di corretto e amante di ciò che fa, esiste ancora.
La mattina successiva inizia con il pullmino fuori dall'hotel ad aspettarci puntualmente alle 6.30. La stanchezza è indescrivibile considerata la sola mezzora di sonno dalla nottata precedente a Patong e la giornata durerà almeno 10/11 ore. Considerando che la notte sarà Capodanno l'entusiasmo è ai minimi termini. Dopo un'oretta di strada arriviamo a destinazione presso il porto di Royal Marina.
Conosciamo la guida italiana, Claudio che starà con noi per tutto il giorno, sbrighiamo le ultime pratiche (appello e consegna del braccialetto per identificare a quale gruppo apparteniamo) e nel giro di pochi minuti siamo pronti ad approfittare della colazione (inclusa nel prezzo) con svariati caffè, the, succo e biscotti. Pronti per la partenza.
L'idea di dormire almeno un po' in barca visto la tratta abbastanza lunga viene subito spazzata via appena vediamo il nostro motoscafo con tre motori da 225 cavalli! Siamo in tutto una ventina di persone tra italiani, tedeschi ed un californiano, quindi, anche molto comodi a bordo. Subito Claudio inizia a farsi conoscere come una persona piena di vitalità ed entusiasmo e a viziarci con le caramelle. Le bevande sono free per tutta la giornata ma viste le condizioni del mare, non propriamente calmo, bere diventa un'operazione molto ardua.
Phi Phi Island, prima isola nel programma giornaliero.
Spiaggia di Kho Rok.
Dopo mezzora di traversata si iniziano a scorgere le Phi Phi Island. Nel mentre, Claudio spiega tutte le svariate isole che stiamo vedendo. Più ci avviciniamo e più il sorriso nonostante la stanchezza inizia a stamparsi nel volto di tutti. Ammetto che, l'ingresso nella baia, essendo inoltre l'unica barca in zona è da pelle d'oca. Tutto avviene in modo molto lento come se volessero farci gustare quello che vedremo da li a poco. L'emozione non si può spiegare. Facciamo un bagno veloce con foto di rito. Un luogo incantevole da togliere il fiato. Tutto si svolge nel massimo silenzio come ci fosse una  sorta di regola non scritta di non contaminare nemmeno con la nostra voce questo luogo quasi sacro.
Le due isole di Koh Rok separate l'una dall'altra.
Si riparte direzione Koh Rok. Crediamo ormai di avere visto già abbastanza per la giornata ma presto ci accorgeremo che il meglio deve ancora venire. All'arrivo ci troviamo di fronte la tipica immagine da cartolina che mai avresti pensato di vedere. Pausa di un'ora in questa spiaggia da sogno. Qualsiasi parola sarebbe riduttiva e sprecata per provare a descrivere cosa i nostri occhi vedono. Ci spostiamo poi, nell'isola affianco per 40 minuti di snorkeling (maschera, boccaglio, pinne e per chi vuole giubbetto salvagente tutto fornito dall'organizzazione). Quello che Claudio provava a raccontare mentre eravamo in barca non sfiora nemmeno quello che riusciamo a vedere tra coralli e una miriade di pesci tutt'attorno a noi. Poi se hai un I-Phone 6 con la custodia impermeabile acquistata al mercatino del paese ovvio che non te la vivi bene il buttarti in acqua per fare fotografie, vero Ciano? Finalmente è ora del pranzo (incluso nel prezzo) in un'altra spiaggia che non puoi non rimanere a bocca aperta talmente splendida. Il sole è fortissimo verso mezzogiorno e la crema solare qui è legge se non si vuole finire ustionati ma poco importa il sonno è troppo ed una dormita è d'obbligo. A pochi metri da noi inoltre ci sono i varani che girano liberamente nell'isola.
Dopo un'ora di sosta ripartiamo verso le "5 isole", spuntoni di roccia a picco che delimitano, formando una specie di barriera naturale, un tratto di mare da brividi. Credevo impensabile l'esistenza di posti del genere. Qui altra sosta e 40 minuti di snorkeling per i comuni mortali.
Unica spiaggia vista dalla barca all'interno delle 5 isole.
Per noi la stanchezza inizia a farsi sentire e preferiamo rimanere in barca a goderci lo spettacolo. La vista di questa spiaggetta in lontananza è spettacolare. Recuperato l'intero gruppo si riparte verso il porto che ormai sono le 15 di pomeriggio. Durante il ritorno abbiamo l'occasione di scambiare due parole con Claudio, che molto gentilmente, mi ha tenuto da parte due banane spiegando che: "Ti ho pensato prima, che non mi svieni...tieni che contengono potassio e questa sera sei pronto per tornare a far festa!". Un grande. Battuta a parte conosciamo veramente una persona che mette cuore e anima in quello che fa e parlando del terribile tsunami che colpì la Thailandia nel 2004 gli occhi gli si riempiono di lacrime e vedi il vero amore di una persona per il paese in cui ha scelto di vivere.
Arriviamo al porto alle 17.30 e ci accoglie uno splendido tramonto. Ultimo giro di caffè, saluti e abbracci tra tutti e via verso casa che Capodanno ci aspetta!
Che dire...quando ci è stata proposta questa escursione pensi sempre che si tenda ad esagerare per far colpo sul cliente di turno e convincerlo a spendere ma devo ammettere invece che le aspettative sono state ampiamente ripagate e nulla è andato diversamente rispetto a quello che ci era stato spiegato. Complimenti a Martino e a tutto lo staff per il lavoro svolto e per il trattamento ricevuto!!!

giovedì 22 gennaio 2015

Phuket - Karon Beach - Patong Beach.

Check out dall'A and A Guesthouse alle 12 spaccate e subito blocchiamo al volo un anziano in taxi che ha enormemente voglia di parlare contro l’assoluto sonno da parte nostra. 1000 bath per l’aeroporto interno Don Muang e per una quarantina di minuti di viaggio. Volo con Airasia destinazione Phuket a/r euro 160,00 a persona. Anche qui contro ogni previsione, ottima compagnia ed estremamente puntuali. Taxi a 1500 bath per oltre un’ora di tragitto. Facendo la fila in aeroporto il prezzo probabilmente sarebbe stato poco più della metà ma tempo da perdere non ne abbiamo.
Patak Road 528/7, Karon Beach
Alloggio per quattro notti presso il Paradise Inn a Karon Beach (prenotazione sempre tramite Booking) per un costo totale di 5.200,00 bath. Sistemazione molto più elegante e spaziosa rispetto la prima con in aggiunta zona "salottino", divano, scrivania, armadio, lavandino in camera, frigorifero e un bagno con doccia che può finalmente chiamarsi tale. Ovviamente il tassista non ha la minima idea del posto e ci lascia nella via sbagliata. Iniziamo a girare a caso in un ambiente molto più turistico rispetto a Rambuttri Street, che onestamente, già ci manca. Si vedono molti più ristoranti e negozi in stile europeo e molte meno bancarelle di ambulanti rispetto a quello a cui eravamo abituati. Ambiente comunque molto piacevole. Riusciamo comunque a trovare la Guesthouse. Check in anche qui molto veloce e pagamento in anticipo. In questo caso sotto le camere c'era anche un ristorante/grill dove abbiamo mangiato un paio di sere in modo impeccabile. Nulla però in confronto con il "Red Onion" lungo la strada principale sia per la velocità del servizio, per la grande quantità di piatti serviti e soprattutto per la qualità del pesce esposto su ghiacciaie e scelto dal cliente stesso durante l'ordinazione.
 
Ingresso Bangla Road, Patong.
Qui si apre il capitolo Patong Beach: paese a sei chilometri circa a nord di Karon Beach (dieci minuti in tuk tuk o scooter). Ridente e splendida zona di sole e mare durante il giorno…covo di prostituzione, locali da "galera" e alcool a fiumi durante la notte. Alla sera appuntamento in Bangla Road con Wolli, 36enne amico di famiglia di Ciano. Arriviamo verso le 23.30 in tuk tuk (400 bath) e l’impatto con la via è qualcosa da lasciare senza fiato. Spettacoli di break dance in mezzo alla strada con locali enormi e completamente aperti, con decine di bar all'interno, musica talmente alta da non sentire nemmeno la propria voce e un numero non quantificabile di ragazze di ogni genere che ballano sui tavoli. Una media uomo/donna di 1 su 10. 
Chi fa cadere la torre paga un giro agli avversari.
Troviamo Wolli fortunatamente, dopo alcuni minuti di sbandamento, che ci porta in quello che diventerà per alcune sere la nostra seconda casa: il Tiger Dance. Ora, provare anche solamente a spiegare questa discoteca più simile ad una serie di bar è impossibile. Vi rimando al video su Youtube per rendere maggiormente l’idea. Qui la tipica bevanda è un secchiello di alcool (foto in basso a destra) al costo di 600 bath. Iniziamo con i tipici giochi del “chi perde paga” tra cui la temutissima “torre di regoli”. Qualcuno si sente troppo a suo agio e lo perdiamo subito. Con Wolli ne approfitto per conoscere maggiormente il posto e girare alcuni dei locali più famosi,  talmente assurdi, che descriverli è impossibile. Unico fattore comune sono le risate delle persone molto avanti alcoolicamente ed il puro divertimento. Entriamo anche in una delle principali discoteche, il Tai Pan che si trova sempre in pieno centro: “Tranquillo che qui le palpate sono come una pacca sulla spalla da noi” Cit. Wolli. Ed in effetti ad ogni metro veniamo assaliti nemmeno fossimo Pitt e Clooney in visita di piacere.
Capitolo prostituzione: come disse sempre il buon Wolli "Qui pagando puoi portarti a casa anche il buttafuori". In pratica ogni ragazza che incontri in un locale e lavora al suo interno se vuoi portartela via devi pagare il bar (dai 300 ai 1000 bath) e poi ti accordi con la ragazza stessa (dai 1000 ai 2500/3000 bath in base alla bellezza, alle sue richieste e al tempo short o long time (tutta la notte). Ovviamente la Thailandia è considerato uno dei paesi all'avanguardia per transessuali (Lady boy) o ragazzi operati ed ora donne a tutti gli effetti. Con i primi basta un attimo stare attenti magari osservando le mani, altezza, lineamenti del volto mentre con i secondi...non resta che fare il segno della croce o sperare di non venirlo a sapere. Dopo un po' ci si rende conto che questo tipo di vita, per lo più, è per necessità economica che non per piacere o trasgressione tenendo conto che uno stipendio medio di un uomo si aggira tra i 200/250 euro al mese.
La serata si conclude con viaggio di ritorno in scooter (300 bath) e Ciano in strada con sigaretta, cane randagio rigorosamente al suo fianco e un nuovo amico thailandese che mi aspettano più sorridenti che mai.
Spiaggia di Karon Beach, Phuket.
La mattina successiva dopo una sveglia molto difficoltosa d’obbligo è vedere finalmente il mare che si trova a cinque minuti a piedi. La sensazione è stupenda: la spiaggia stranamente semi vuota e lunghissima che lo sguardo si perde, una partita a beach volley di alcuni ragazzi, un silenzio quasi surreale. Il tutto non si può coronare senza una birra comprata da alcuni thailandesi nascosti sotto gli alberi per proteggersi dal sole molto forte con un tavolino di fortuna. Il mare un po’ mosso ma molto caldo e limpido come raramente siamo abituati a vedere toglie qualsiasi tipo di stanchezza accumulata. Una cosa molto positiva a differenza, ad esempio del Kenya dove sono stato anni fa è che, anche qui, tentano di venderti di tutto in spiaggia o lungo la strada in quanto la povertà è molto presente nella comunità thai, il lavoro devi un po' inventartelo ed il turista (chiamato farang) viene visto come un bancomat con le gambe, ma qui il tutto avviene con molto rispetto senza essere insistenti o invadenti e basta un semplice no che subito se ne vanno senza ulteriormente controbattere.
Le serate successive continuano in modo molto frenetico con eccessi senza badare a spese anche perché rimanere a casa è impossibile e come disse un caro amico prima di partire "A Patong non puoi dormire, c'è sempre troppo da fare" Cit. Alba.
Ed in effetti è proprio vero. Se non vedi con i tuoi occhi non si può capire questo mondo, puoi fartelo spiegare quanto vuoi da chi c'è stato prima di te ma nessuno riuscirà a farti anche solo immaginare cosa troverai una volta li.



mercoledì 21 gennaio 2015

Bangkok - giorno 3.

Quando ti svegli ancora ridendo, forse vuol dire, che la serata precedente è andata bene. Ordine del giorno: gita in barca nel fiume Chao Phraya. Consiste in una traversata con la navetta turistica (Express Boat) con guida a bordo (in inglese) e passaggio per alcune delle principali attrazioni della città.
Con non poche difficoltà attraversando un parco dove i divieti sfioravano la follia e alcuni pescatori tentavano la cattura di non ben specificati pesci nell'immondizia, riusciamo a trovare la fermata. Ora, con cartelli dove non si capisce nulla e 600 barche che passano al minuto capire quale prendere e in quale direzione andare non è semplice.
Quindi adottiamo la solita tecnica: seguiamo la massa. Acquistiamo due biglietti (l'acquisto è possibile anche una volta saliti in barca) al costo di 200 bath l'uno e attendiamo di vedere dove salgono la maggior parte dei turisti. Dopo alcuni minuti arriva la nostra imbarcazione.
Wat Arun: costruzioni religiose che fungono da tempio.
Come primo tempio ci viene mostrato il Wat Arun. La più notevole costruzione è la guglia centrale costruita in stile Khmer con mattoni stuccati ed adornati con migliaia e migliaia di pezzi di porcellana cinese multicolore. Su ognuno dei quattro lati del tempio vi è inoltre una scala molto ripida che porta alle due terrazze. Nella prima, tutto attorno alla torre, si trovano tutta una serie di cariatidi raffiguranti le divinità protettrici Yakṣa. Sopra ad ognuna di esse sono raffigurate numerossisime scene di vita del Buddha.
Successivamente si passa per la gloriosa scritta dedicata al Re della Thailandia (esprimere un commento negativo sulla famiglia reale viene considerata un'offesa molto grave da parte del popolo thailandese). Il Re, Bhumibol Adulyadej, salito al trono il 9 giugno del 1946 è tra tutti gli attuali capi di stato, quello in carica da più tempo. La legge di successione prevede la primogenitura maschile e non permette alle donne di salire al trono se non in assenza di un erede maschio o in caso di rinuncia da parte di quest'ultimo. Il re inoltre è capo delle forze armate reali nonché il difensore della fede Buddhista ed è assistito nei sui doveri da un consiglio privato e dall'ufficio della famiglia reale. La nomina di tali membri è esclusiva del re.
Si passa per China Town, ottima soprattutto da visitare a piedi e, visto l'enorme caos che regna al suo interno tra macchine, taxi e scooter, non c'è davvero nessun altro modo per girarla. La comunità cinese a Bangkok precede addirittura la fondazione della capitale thailandese. Infatti, la terra dove il palazzo reale è oggi, era originariamente un tempo una grandissima comunità di commercianti cinesi. Quando il Re, decise di stabilirsi proprio sul sito del villaggio, chiese (in realtà ordinò) ai commercianti di spostarsi. Si stabilirono quindi ad est della nuova città, lungo il fiume. Una delle più grandi attrazioni è sicuramente l'esperienza del luogo nel suo insieme.
Vista di alcune banche lungo il fiume.
Si arriva, alla fine della "gita", ai splendidi palazzi, banche ed hotel di lusso (Sheraton e Hilton Millenium su tutti) che stonano enormemente con l'estrema povertà e l'enorme quantità di baracche che si trovano proprio dalla parte opposta del fiume.  
Dopo alcune ore di barca si torna alla partenza, dove, nel frattempo lungo il molo, ha aperto un bar/ristorante con interni in legno molto eleganti ed una fantastica vista lungo il fiume durante il tramonto. Come non fermarsi? Il suo forte sta nelle birre in bottiglia d’importazione di tutti i tipi (prezzo tra i 200/300 bath l’una). Sicuramente poco economico rispetto a tutti gli altri locali ma il listino era troppo invitante. Ovviamente una non basta e l'orario sfortunatamente è proprio quello dell'aperitivo. Alla terza ordinazione e all'ennesima sigaretta (in Thailandia si può fumare ovunque) nel giro di mezzora iniziamo a prendere sempre più confidenza con lo staff, tutto molto giovane ed estremamente gentile. Un cameriere prova a stupirci mettendo come accompagnamento musicale "Gloria" di Umberto Tozzi (drammaticamente in versione inglese).
Dopo una cena in velocità ed una doccia rigenerante troviamo un furgoncino proprio davanti al nostro hotel adibito praticamente a pub ambulante con due ragazzi che fanno ogni sorta di cocktail e con musica molto coinvolgente. Come non provarli! Va a finire ovviamente con la conoscenza di ogni persona seduta nei paraggi con relativi selfie per ricordare che in certi posti e con un po’ di alcool puoi veramente conoscere e parlare con chiunque.
La lunga giornata, essendo ormai le tre di mattina inoltrate, avrebbe dovuto concludersi in una discoteca live li vicino ma il buon Ciano aveva ben altri programmi per la testa e tutto prese una piega diversa. Racconto eventualmente in privato! Partenza per Phuket il giorno successivo.

lunedì 19 gennaio 2015

Bangkok - giorno 2.


Vista del Palazzo Reale dall'esterno.
Sveglia tarda mattina subito con i buoni propositi: oggi si visita. Prima tappa Wat Pho. In realtà l’idea iniziale era quella di visitare il Palazzo Reale ma da fonti del posto la preghiera durava fino alle ore 14 (con conseguente chiusura della struttura) quindi veloce passaggio affianco tanto per poter dire “l’ho visto”.
Le tecniche per trovare monumenti o altro in una città completamente nuova sono semplici e creative: osserva chi ha la faccia da disperso quanto la tua e attaccati dietro ovunque vada. Decidiamo quindi di seguire una famiglia chiaramente allo sbando più totale ma convinti che da qualche parte ci avrebbe portato. La cosa più interessante di Bangkok è l'impossibilità di attraversare le strade senza correre il rischio di essere stesi.
Dopo un’ora abbondante in giro a caso per la città arriviamo a destinazione con rigorosa bottiglia d’acqua in mano acquistata per 20 bath da un ambulante. Anche se la temperatura si aggirava sui 26/27 gradi con il sole che andava e veniva l’afa era allucinante e l'odore di cibo e lo smog di sicuro non aiutano.

Vista da davanti.
Vista da dietro.
Entriamo pagando il biglietto di 200 bath  (i thailandesi entrano gratis essendo considerato anche un importante luogo di preghiera e meditazione) e subito sulla destra troviamo l'ingresso per la statua del Buddha. D’obbligo assolutamente prima d'entrare togliersi le scarpe e metterle in un sacchetto blu fornito all’ingresso. I commenti sui calzettini color carne di Ciano si sprecano. La struttura è conosciuta anche, come il Tempio del Buddha Sdraiato anche se, il suo nome ufficiale è Wat Pho, è famoso, oltre che per la sua maestosa bellezza, per essere il luogo dove è nata moltissimi anni prima, la primissima scuola di massaggio thai. Gli enormi piedi della statua sono incisi con raffigurazioni della vita del Buddha. Si trovano inoltre una serie di contenitori di monetine (saranno più di cinquanta) dove tradizione vuole che, gettando una monetina in ogni contenitore, questo porterà fortuna. Il silenzio nonostante l'enorme massa di turisti è surreale. Facendo un giro all'esterno il numero eccezionale di piccoli templi, fontane e giardini rende l'idea dell'enorme grandezza di tutto il tempio.

Vista dal tuk tuk.
Decidiamo per tornare di prendere il tipico mezzo di trasporto del posto: il tuk tuk. Chi mai l’avrà inventato vista la velocità e la sicurezza alquanto proibitiva essendo ai lati completamente aperto. Del tassametro nemmeno l’ombra quindi contrattiamo alla spicciola il prezzo (200 bath) per un quarto d'ora di strada. 
Arriviamo in Rambuttri Street e dopo alcuni minuti ritroviamo Fede. Avete presente un uomo distrutto senza alcuna idea di dove si trova, senza parole e affranto dalla vita?!! Ecco, la descrizione di una persona dopo una serata con due italiani! Chiediamo del suo amico thailandese ma ci viene spiegato che per un paio di giorni non ha alcuna intenzione di uscire. Dopo averlo salutato ci dirigiamo verso l’hotel per doccia ripiglio e tappa al nostro bar per l’aperitivo. Appena arriviamo veniamo accolti da risate a crepapelle da parte delle cameriere che si chiamano tra loro quasi a volersi dire “Eccoli eccoli!” e le uniche parole che riescono a pronunciare per spiegare la serata precedente sono: “Tequila tequila tequila!!!” e  un “Tu barcolli!” imitando la camminata di Ciano alle 21 di sera.
Insomma, dopo esser stati presi in giro e ancora increduli di tutta questa fama non voluta ci dirigiamo a cena. Improvvisamente inizia a piovere e la strada diventa subito una sorta di pattumiera puzzolente a cielo aperto.

Idea: andiamo a farci fare un massaggio. Entriamo nel primo centro massaggi  che ci capita e richiediamo un massaggio thailandese con olio e uno normale per un’ora e mezza (400 bath a testa). Arrivano le due massaggiatrici: uno splendore ventenne per Ciano, un bidone da un quintale ultracinquantenne per Friz. Fortunatamente avevamo trovato, credo, l’unico centro massaggi senza "happy end" in tutta la via quindi tra risate generali riusciamo a rilassarci senza alcun pensiero di prestazione.
Ora, mi piacerebbe dirvi che la serata finisce così, che da bravi ragazzi abbiamo bevuto l’ultima birra e siamo andati a dormire ma purtroppo il tutto prese un epilogo diverso.
Considerando il racconto vietato ai minori di 18 anni posso solo dire che il finale è stato con uno dei due che non aveva nemmeno più un centesimo per il taxi. Finalmente dopo un’altra giornata estremamente impegnativa il meritato riposo.

venerdì 16 gennaio 2015

Bangkok - giorno 1.


 
Ingresso Guesthouse inRambuttri Street, 30 Bangkok.
Problema uno: trovare l’hotel. Sembrerebbe una cavolata in qualsiasi paese del mondo ma qui no. Numeri civici inesistenti o nascosti ed insegne super colorate una attaccata all’altra rendono l'operazione alquanto complessa. Iniziamo a camminare ma il caldo e l’afa sono asfissianti, gli odori delle bancarelle sono estremamente forti, la gente urla e ci chiama ogni secondo. Stop: urge sigaretta. Tutti e due senza accendini sequestrati in aeroporto. Parte la prima contrattazione ufficiale in terra straniera e subito la stanchezza surclassa qualsiasi voglia di discutere: 6 euro un accendino che durerà cinque giorni.

Camera vista dall'interno.
Dopo un quarto d’ora a caso ed un svariato numero di sigarette, finalmente l’insegna tanto desiderata “A and A Guesthouse”.
La guesthouse è concepita come un'abitazione o parte di essa convertita per l'uso esclusivo della sistemazione di ospiti. Il proprietario vive solitamente in una zona separata all'interno della proprietà. Si tratta di una forma di alloggio simile ad un Bed & Breakfast.
Entriamo e tempo di firmare due carte, pagare in anticipo (2.550,00 bath in valuta locale per 3 notti) ed il check-in dura cinque minuti. Possibile pagare anche con carta di credito. 
Ci dirigiamo in camera vogliosi di fare una doccia ed uscire. Nulla di nuovo rispetto alle foto trovate su Booking: un letto matrimoniale abbastanza grande con specchio e scrivania ed un bagno interno con doccia. Tempo di sistemare il tutto e siamo nuovamente fuori.
Lo spettacolo è indescrivibile. Bancarelle e bar accampati in strutture di fortuna distanziati da mezzo metro l’uno dall’altro, il fumo di ogni sorta di cibo che invade l’aria, un anziano che si aggira con degli scorpioni da mangiare. Facciamo pochi metri e ci fermiamo subito in un bar molto fatiscente gestito da thailandesi.

Gecko bar, Rambuttri Street, Bangkok.
Ordiniamo due Heineken (120 bath l'una), tipica birra europea di chi si vede distante un miglio che è appena arrivato. Tentiamo di metterci a nostro agio per quanto possibile in un posto così straordinariamente diverso da ciò a cui siamo abituati. Subito osserviamo la diversità delle persone che ci circondano: molti solitari e molte coppie, nessuna compagnia con più di tre persone. Abbigliamento rigorosamente bermuda, maglietta e infradito. Non esiste la necessità di farsi vedere vestiti decentemente perché a nessuno frega niente di come esci di casa. Beviamo una seconda birra (Tiger 90 bath), una terza (Chang 80 bath) ed una quarta birra ed il sorriso appare nei nostri volti.
Momento euforico dopo alcuni minuti di dialogo.
Un ragazzo seduto da solo ci osserva (Fede, originario della Germania, dopo un periodo lavorativo di alcuni anni a Bangkok è rimasto senza lavoro ma nessuna intenzione di tornare a casa) forse curioso o più desideroso di far due parole. Lo invitiamo con ampi gesti al nostro tavolo e subito si aggrega un altro ragazzo thailandese. Il nostro inglese comincia a produrre i suoi effetti...sembra che riusciamo a capirci senza molta difficoltà. Ciò che speri accada prima di partire sta avvenendo alla grande. E via con un’altra birra. Curiosamente una cameriera inizia a pattugliare il bagno con una certa insistenza dove siamo ogni dieci minuti ma capiremo solo durante il viaggio il motivo. Tempo di parlare un attimo ed eccone altri due sedersi al tavolo, Ben (tedesco) e la sua ragazza (estone).
Iniziamo a raccontarci il programma di viaggio di ognuno mentre Ciano è in preda al delirio delle ordinazioni. L'entusiasmo di tutte queste conoscenze in così poco tempo prende il sopravvento. E si inizia drammaticamente con le tequila. Passa un’altra mezzora ed altri due ragazzi svizzeri si siedono. Ci accorgiamo che dalla strada iniziano le foto dei turisti verso l’attrazione della via, cioè noi. Credo più che altro per i cori da stadio stile "Oooooo" al momento di bere. Ormai le cameriere sono un continuo avanti e indietro tra tequila e birre che arrivano come fosse un addio al celibato tra vecchi amici. Tentiamo di andare oltre gli unici 50 metri visti da quando siamo arrivati ma il sonno è troppo e una buona dose d’alcool annullano qualsiasi iniziativa. Andiamo a letto tra le risate e la convinzione che si…siamo in Thailandia.

Bangkok - l'arrivo.

Provati da una vigilia di natale alquanto sopra le righe e con pochissime ore di sonno ci dirigiamo verso Milano Malpensa. Parcheggio coperto prenotato al Park to Fly per 10 giorni al costo di euro 60,00. Al nostro arrivo personale molto gentile e veloce nello sbrigare le pratiche. In 5 minuti arriviamo in aeroporto.
Mangiamo qualcosa e alle 13 è ora di imbarcarsi. Quattro ore e mezza di volo con la compagnia Egyptair con pranzo a bordo. Hostess e personale cordiale e sorridente. Costo del biglietto euro 816,00 a persona prenotato verso fine settembre.
Atterriamo puntualmente a il Cairo (fuso orario +1 ora rispetto l’Italia) e subito constatiamo che pagare in euro in aeroporto equivale ad una rapina. Cambio effettuato dal cameriere su una calcolatrice del tutto a caso. Conviene quindi acquistare qualcosa solo se strettamente necessario.
Arriva la sera e si riparte finalmente con destinazione Bangkok. Percorrenza del volo 8 ore su un aereo molto più grande del precedente con cena (se così si può chiamare), colazione, coperta, cuffie, auricolari, tv in ogni sedile e posti molto più spaziosi. Devo ammettere che la compagnia Egyptair mi ha stupito positivamente visto alcuni commenti letti prima della partenza.
Arrivo la mattina successiva (fuso orario +6 ore rispetto l’Italia) all'aeroporto internazionale Suvarnabhumi. Appena scesi e ritirati i bagagli la priorità assoluta è chiedersi come arrivare in hotel. Esistono diversi modi per raggiungere il centro e tutti quanti molto economici a partire dai bus allo Skytrain ma quello con meno problematiche è sicuramente il taxi.

Varie tipologie di taxi nel centro di Bangkok.
Se si percorrono le vie convenzionali quella più semplice e comune è seguire le indicazioni all'interno dell'aeroporto per la prenotazione. Tuttavia questo comporterà una lunga fila all’uscita (tempi di attesa dai 30 ai 60 minuti) ma con un risparmio economico consistente (400/500 bath per un'ora di strada) in quanto i tassisti sono obbligati ad accendere il tassametro (taxi meter). Se invece siete stanchi del viaggio e non vedete l’ora di arrivare in hotel non vi resta che uscire dall’aeroporto, imboccare la prima strada che vedete ed alzare la mano. In due minuti sicuramente qualcuno si fermerà ma non chiedete di accendere il tassametro…tempo sprecato.
Rambuttri Street, Bangkok, vista di giorno.
Contrattiamo ma nemmeno tanto, vista l'illegalità della cosa e la relativa multa che si rischia, il prezzo a 1000 bath (38 bath equivalgono ad un euro): “A and A Guesthouse Rambuttri Street please”. Questa zona della città è più da zaino in spalla che da vacanzieri. Può offrire qualsiasi tipo di servizio fino alle 2 di notte e si possono trovare una miriade di ristoranti, centri massaggio, bancarelle per acquistare ogni tipologia di cosa, street food e atm per poter prelevare. Il consiglio è arrivare con contanti e cambiarli direttamente nei vari Exchange vista la maggiore convenienza del cambio e la non applicazione di commissioni. Iniziamo a guardarci intorno strada facendo con gli occhi stupiti di un bambino che inizia a vedere il mondo attorno a lui per la prima volta. Eh si…siamo a Bangkok. Traffico caotico, verso di marcia opposto, scooter che sfrecciano a destra e a sinistra con due o tre persone a bordo senza casco. Guidare qui è da pazzi. Il tassista ci scarica all’inizio della strada. Inizia l’avventura.
 

Thailandia 2014.

Lo ammetto…la meta era ambiziosa, uno di quei posti che pensi irraggiungibile e vedi solo nei film. Forse, proprio per questo, quando decidemmo per il capodanno 2014 la nostra attenzione si focalizzò proprio sulla Thailandia. Nessuna esperienza in paesi analoghi ma solo tanta voglia di partire e lasciare a casa per un po’ i problemi quotidiani.

Thailandia, capitale Bangkok, monarchia parlamentare.