martedì 12 gennaio 2016

Bruxelles...birra e...

Appena pensi a Bruxelles non può che venirti in mente la sede della Commissione Europea, una capitale senza molte pretese se non per fatti di cronaca sul recente terrorismo, fredda e con magari qualche attrazione di cui non hai mai sentito parlare e, invece, una volta arrivati, scopri tutt'altro.
Una città, soprattutto la parte nuova, che mi da la sensazione del cartone animato, tipo una Gotham City buona, senza particolari luci, tutto molto cupo ma allo stesso tempo illuminato e palazzi che sembrano vignette disegnate a mano. Una strana sensazione mai provata.
Menù di patate e stufato accompagnato da birra Chimay
Prima sorpresa, anche se a casa mi avevano accennato già qualcosa, il culto della birra e subito ti accorgi di essere stato un bevitore alquanto ignorante negli anni che non ha mai saputo gustare e soprattutto conoscere a fondo le diverse tipologie esistenti. Tra le tante le più famose sono: Leffe, Chouffe, Orval, Duvel e molte altre.
Ma prima tra tutte, a mio avviso, per bontà e per avermi rapito decisamente il cuore, sua maestà la Chimay.
Esiste in quattro tipologie: Rouge (7%), Bleue (9%), Blanche (8%) e Dorèe (4,8%). Viene considerata una birra trappista (in quanto originaria del monastero di La Trappe) fabbricata da monaci trappisti sotto il loro diretto controllo sia a livello generale di produzione, sia relativamente alla scelta dei processi produttivi oltre allo stesso orientamento commerciale considerando che il 50% del prodotto viene esportato all'estero.
Oltre l'elevato contenuto alcolico e il gusto abbastanza robusto, diverso dalle birre "normali" a cui siamo abituati in Italia, lascia senza parole tutto il contorno fatto di formaggi, patate e stufati da accompagnare alla birra stessa. Cosa che mi ha entusiasmato parecchio.
Non per nulla lo chalé Chimay è stato quello in cui abbiamo fatto il maggior numero di tappe anche per l'estrema simpatia del gestore, Bernard, che parlava oltretutto un ottimo italiano avendo visitato parecchie nostre città.
Da appassionato di cucina mi ha letteralmente lasciato senza parole il modo di cucinare le patate con birra e formaggio. Inizialmente scettico invece ne esce una pietanza fantastica e mai provata prima. Una crema molto dolce che avvolge il salato della patata...top.
Non da meno lo stufato, una sorta di spezzatino nostrano, anche questo cucinato con la birra e vari altri ingredienti di cui il gestore non è riuscito o non ha voluto propriamente spiegarci la ricetta ma non meno buono di tutto il resto.
Cavallo di battaglia rimane comunque il formaggio Chimay, una sorta di taleggio che viene servito a bocconcini da accompagnare alla birra. Presumo, più che per il gusto, per il fatto che berne una senza aver mangiato nulla ti stende dopo la prima. Costo delle birre 5,00 euro (con 3,00 euro di caparra a bicchiere che poi vengono restituiti) per una bottiglia da 0,33 cc. Per lo stufato con le patate 10,00 euro costo del piatto con il gestore poi che allungava sottobanco assaggi di formaggio o patate gratis considerato che dopo tre giorni di nostre visite oggi probabilmente girerà in Ferrari.
Delirium Pub, zona Grande Place.
Altro punto a favore della città sono i locali dove degustare le birre stesse e allo stesso tempo divertirsi. Alcuni molto stile British, con arredi in legno, intimi e caldi come il "bar del paese" dove vai ogni giorno a bere il caffè o le classiche birrerie giganti dove l'alcool e l'entusiasmo scorre a fiumi.
Seconda casa in quei giorni era diventato il Delirium Pub situato a pochi metri dalla Grand Place. Uno dei locali principali della città nonché quello più frequentato che prende il nome dalla birra Delirium Tremens il cui simbolo, l'elefante rosa, fa da decorazione all'ingresso del pub.
Nel 2004 il locale ha inoltre ricevuto il Guinness World Record per la maggior varietà di birre in commercio. L'ingresso da subito l'idea di festa con centinaia di persone, dalla semplice coppia di fidanzati alle comitive di amici, che brindano come non ci fosse un domani.
Le birre tutte di gradazione molto elevata fanno il resto. Piacevole ricordo è l'esserne diventati praticamente padroni la sera dell'ultimo dell'anno con svariati italiani che ci raggiungevano alla nostra postazione per il delirio vero e proprio scatenato assieme ad una comitiva di francesi.
Capitolo cena. Stendiamo un velo pietoso sui classici ristorantini turistici dove i "butta dentro" praticamente ti lanciavano all'interno del locale ed in modo molto scortese, a mio avviso, tentavano di farti sedere, una buona alternativa rimane il classico "sbocconare" qua e la tra i vari chalè con prezzi non eccessivi. Da provare sicuramente quelli che servono le ostriche proprio per il gusto di assaggiarle almeno una volta.
Una nota d'onore va al Pré Salé nella strada parallela dietro i mercatini di Natale. Necessaria la prenotazione ma tutto grazie al nostro grandissimo Pieter problema facilmente risolto. Tavole una affianco all'altra dove lo spazio è alquanto ristretto ma atmosfera molto famigliare e cordiale seppur un po' caotica per la quantità di clienti all'interno. Menù principalmente a base di pesce. La scelta alla fine cade su una pentola a testa di cozze al sugo o in bianco gustosissime con tonnellate di pane da intingere ed il tutto accompagnato da una bottiglia di vino bianco. Costo sui 20,00 euro, 30,00 con la bottiglia e, anche se non si esce completamente sazi, il prezzo vale l'atmosfera e la compagnia. 

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