mercoledì 20 gennaio 2016

Trafalgar Square. La storia.

Visione della piazza vista dal National Museum.
Vignette disegnata alla fermata della metro della piazza.
Sembra una semplice piazza di una grande metropoli come Londra.
Sede del National Museum con importanti quadri di Van Gogh, Picasso, Leonardo, Tintoretto e molti altri e famosa per essere  molto spesso nominata nei più svariati telegiornali.
Nelle guide turistiche e recensioni online viene considerata da tutti
come una meta assolutamente da vedere considerata anche la vista mozzafiato del Big Ben in lontananza.
Poi ci arrivi ed inizi a pensarci un po', vedendo quell'imponente obelisco con alla punta la statua dell'ammiraglio Nelson svettare al centro dello stesso.
Scendi alla fermata della metropolitana ed è l'unica in tutta la città dove vi siano disegni sulle mura che rappresentano l'intera storia di un nome che no, non è semplicemente il nome di una piazza di una grande metropoli.
E chi l'avrebbe mai detto di rimanere coinvolto così tanto nel volere andare fino infondo a scoprire cosa sia realmente tutto ciò e cosa significhi.
"Essa prende il nome dalla celebre battaglia navale di Trafalgar. Il 21 ottobre 1805 la Royal Navy affrontò una flotta combinata franco - spagnola nelle acque dell'Atlantico, al largo della costa sud-occidentale della Spagna, appena ad ovest di Capo Trafalgar, vicino Los Caños de Meca (Cadice). La flotta britannica colse la vittoria navale più decisiva della guerra.
La spettacolare vittoria britannica confermò la supremazia navale che la Gran Bretagna aveva stabilito nel corso del XVIII secolo. Essa fu dovuta in buona misura all'abbandono da parte di Nelson delle tattiche navali ortodosse in uso prevalente durante tutta l'era della navigazione a vela e fino a quel momento, che consistevano nell'affrontare una flotta nemica disponendosi in una singola linea di battaglia parallela al nemico per facilitare la segnalazione in battaglia, il disimpegno e per massimizzare il volume di fuoco sulle aree di destinazione.
Nelson invece divise le sue più ridotte forze in due colonne dirette perpendicolarmente contro la più grande flotta nemica, con risultati decisivi.
Nelson fu ferito a morte da un colpo di moschetto che gli perforò un polmone.
La vittoria britannica di Trafalgar chiuse definitivamente il secolare duello anglo-francese per il controllo degli oceani: Napoleone dovette rinunciare all'invasione della Gran Bretagna, che diventò la padrona assoluta dei mari fino alla prima guerra mondiale. L'ammiraglio Nelson fu celebrato dagli Inglesi come un eroe nazionale; l'ammiraglio Villeneuve, che comandava la compagine francese, liberato alla fine della guerra della terza coalizione, si suicidò per non dover affrontare l'ira di Napoleone".

giovedì 14 gennaio 2016

Weekend a Londra.

Visione di Londra e Big Ben dalla ruota panoramica.
Credo inutile e alquanto azzardato poter provare a dare un'idea di cosa sia Londra vista la grandezza della città e considerata comunque una meta vista e stravista da molti. Alcuni punti però, vedendo anche chi c'era stato già un paio di volte e, ancora si trovava in difficoltà, mi piacerebbe affrontarli.
Capitolo Terravision (per lo spostamento in pullman dall'aeroporto di Standsted a Victoria Station). Da dimenticare decisamente. I biglietti, che si possono acquistare direttamente a Bergamo (ufficio interno all'aeroporto costo 6 pound l'uno per andata e ritorno) .Soppressa la fermata interna all'aeroporto e quindi, all'uscita, bisogna dirigersi sulla destra verso la fine dello stesso dove dei tram arrivano a singhiozzo per il trasferimento alla fermata vera e propria che dista a 10 minuti di strada. Morale della favola vi è un assalto alla baionetta per accaparrarsi i posti altrimenti si aspetta il tram successivo. Mettici che gli orari più economici dei voli Ryanair sono alle 6 di mattina, dopo un viaggio del genere il nervoso inizia a serpeggiare costantemente. Per il ritorno altra barzelletta. Ovviamente a notte inoltrata l'ufficio informazione di Terravision è chiuso e la partenza per tornare all'aeroporto figuriamoci se è la stessa di dove siete stati scaricati all'andata ma dietro in pratica allo stesso condomio e chiaramente per chi non lo sa dovete sperare di trovare qualcuno che alle 4/5 di mattina ve lo spieghi visto che cartelli o segnaletica varia non esiste. Consiglio di spendere qualche pound in più ma appoggiarsi a compagnie più organizzate.
Capitolo Oyster. Dopo tre giorni i miei cari compagni di viaggio dovevano ancora capirci qualcosa. Innanzitutto verificare bene la vostra fermata metro in quale zona si trovi: zona 1, zona 2, zona 3, zona 4, zona 5 o zona 6. Una volta capito (cosa che a noi non è successa) basta recarsi alla biglietteria di Victoria Station o qualsiasi altra biglietteria e chiedere l'abbonamento giornaliero (20 pound per tre giorni) o acquistare, se non la si ha già, la carta stessa al costo di altri 5 pound. Questa può essere utilizzata anche per gli stessi bus (non vengono accettati contanti) al costo di 1,50 pound e può essere caricata come una scheda telefonica in qualsiasi tabacchino o punto convenzionato. Di volta in volta che si striscia vengono scalati i soldi...niente di più semplice.
Capitolo calcio. La più grande delusione presa in ferie. Oltre al costo spropositato per vedere una partita di FA Cup tra Arsenal e Sunderland (una sorta di Coppa Italia) che si aggirava attorno ai 100 pound con i bagarini scatenati all'ingresso, tentare di guardare la partita è alquanto ardua. Oltre al fatto che, attorno allo stadio non ci sono tutti questi pub che mi aspettavo di trovare, aggiungi che su molti l'ingresso è riservato ai supporters di una o l'altra squadra provvisti di tessera del club e quando riesci ad imbucarti supplicando il buttafuori la partita manco la mostrano perché in pratica sono tutti allo stadio. Una tragedia.
Capitolo cambio della guardia. Starebbe bene il detto alla Fantozzi "il cambio della guardia è una cagata pazzesca!". Oltre al fatto del disastro di gente presente, aggiungi che piove quasi sempre e ti vedi questi quattro disperati che strombazzano svariati strumenti musicali e ti passano davanti in un secondo e si infilano dentro il cancello di Buckingham Palace iniziando ad andare avanti e dietro all'infinito. Da vedere due minuti e fuggire considerato che poi l'intera piazza è chiusa dalla polizia.
Meglio girare con contanti o carta di credito?
Onestamente entrambe. Noi cambiavamo 100 euro al giorno, in tre, per le piccole spese del tipo caffè, pagare i bagni (si paga quasi ovunque e non tutti i locali ne sono provvisti) o piccoli souvenir mentre per il resto pagavamo con carta di credito a fronte di una commissione bancaria che comunque non andava oltre i 50/60 centesimi a transazione fermo restando che, al contrario che in Italia, il pos esiste ovunque e viene accettato per qualsiasi tipo di importo.
Capitolo Camden Town. Della serie... lasciatemi li e non venite più a prendermi. Un mondo surreale e totalmente diverso dal resto della città. Mille colori fanno perdere lo sguardo e migliaia di persone si confondono una con l'altra. Oltre ad essere un mercato a cielo aperto con bancarelle una attaccata all'altra, negozi per tutti i gusti e tutti i prezzi, da vedere assolutamente le Stables, vecchie stalle per cavalli trasformate ora in un numero impressionante di mercatini che vendono la merce più disparata. Se poi vogliamo metterci la via dello street food ungherese, thai, cinese, indiano, messicano e malese dove se provi a passare praticamente ti lanciano dietro il cibo per fartelo assaggiare allora ciao proprio. Incredibile scoperta il pollo malese con salsa barbecue carote, cipolla e chissà che altro.

martedì 12 gennaio 2016

Bruxelles...birra e...

Appena pensi a Bruxelles non può che venirti in mente la sede della Commissione Europea, una capitale senza molte pretese se non per fatti di cronaca sul recente terrorismo, fredda e con magari qualche attrazione di cui non hai mai sentito parlare e, invece, una volta arrivati, scopri tutt'altro.
Una città, soprattutto la parte nuova, che mi da la sensazione del cartone animato, tipo una Gotham City buona, senza particolari luci, tutto molto cupo ma allo stesso tempo illuminato e palazzi che sembrano vignette disegnate a mano. Una strana sensazione mai provata.
Menù di patate e stufato accompagnato da birra Chimay
Prima sorpresa, anche se a casa mi avevano accennato già qualcosa, il culto della birra e subito ti accorgi di essere stato un bevitore alquanto ignorante negli anni che non ha mai saputo gustare e soprattutto conoscere a fondo le diverse tipologie esistenti. Tra le tante le più famose sono: Leffe, Chouffe, Orval, Duvel e molte altre.
Ma prima tra tutte, a mio avviso, per bontà e per avermi rapito decisamente il cuore, sua maestà la Chimay.
Esiste in quattro tipologie: Rouge (7%), Bleue (9%), Blanche (8%) e Dorèe (4,8%). Viene considerata una birra trappista (in quanto originaria del monastero di La Trappe) fabbricata da monaci trappisti sotto il loro diretto controllo sia a livello generale di produzione, sia relativamente alla scelta dei processi produttivi oltre allo stesso orientamento commerciale considerando che il 50% del prodotto viene esportato all'estero.
Oltre l'elevato contenuto alcolico e il gusto abbastanza robusto, diverso dalle birre "normali" a cui siamo abituati in Italia, lascia senza parole tutto il contorno fatto di formaggi, patate e stufati da accompagnare alla birra stessa. Cosa che mi ha entusiasmato parecchio.
Non per nulla lo chalé Chimay è stato quello in cui abbiamo fatto il maggior numero di tappe anche per l'estrema simpatia del gestore, Bernard, che parlava oltretutto un ottimo italiano avendo visitato parecchie nostre città.
Da appassionato di cucina mi ha letteralmente lasciato senza parole il modo di cucinare le patate con birra e formaggio. Inizialmente scettico invece ne esce una pietanza fantastica e mai provata prima. Una crema molto dolce che avvolge il salato della patata...top.
Non da meno lo stufato, una sorta di spezzatino nostrano, anche questo cucinato con la birra e vari altri ingredienti di cui il gestore non è riuscito o non ha voluto propriamente spiegarci la ricetta ma non meno buono di tutto il resto.
Cavallo di battaglia rimane comunque il formaggio Chimay, una sorta di taleggio che viene servito a bocconcini da accompagnare alla birra. Presumo, più che per il gusto, per il fatto che berne una senza aver mangiato nulla ti stende dopo la prima. Costo delle birre 5,00 euro (con 3,00 euro di caparra a bicchiere che poi vengono restituiti) per una bottiglia da 0,33 cc. Per lo stufato con le patate 10,00 euro costo del piatto con il gestore poi che allungava sottobanco assaggi di formaggio o patate gratis considerato che dopo tre giorni di nostre visite oggi probabilmente girerà in Ferrari.
Delirium Pub, zona Grande Place.
Altro punto a favore della città sono i locali dove degustare le birre stesse e allo stesso tempo divertirsi. Alcuni molto stile British, con arredi in legno, intimi e caldi come il "bar del paese" dove vai ogni giorno a bere il caffè o le classiche birrerie giganti dove l'alcool e l'entusiasmo scorre a fiumi.
Seconda casa in quei giorni era diventato il Delirium Pub situato a pochi metri dalla Grand Place. Uno dei locali principali della città nonché quello più frequentato che prende il nome dalla birra Delirium Tremens il cui simbolo, l'elefante rosa, fa da decorazione all'ingresso del pub.
Nel 2004 il locale ha inoltre ricevuto il Guinness World Record per la maggior varietà di birre in commercio. L'ingresso da subito l'idea di festa con centinaia di persone, dalla semplice coppia di fidanzati alle comitive di amici, che brindano come non ci fosse un domani.
Le birre tutte di gradazione molto elevata fanno il resto. Piacevole ricordo è l'esserne diventati praticamente padroni la sera dell'ultimo dell'anno con svariati italiani che ci raggiungevano alla nostra postazione per il delirio vero e proprio scatenato assieme ad una comitiva di francesi.
Capitolo cena. Stendiamo un velo pietoso sui classici ristorantini turistici dove i "butta dentro" praticamente ti lanciavano all'interno del locale ed in modo molto scortese, a mio avviso, tentavano di farti sedere, una buona alternativa rimane il classico "sbocconare" qua e la tra i vari chalè con prezzi non eccessivi. Da provare sicuramente quelli che servono le ostriche proprio per il gusto di assaggiarle almeno una volta.
Una nota d'onore va al Pré Salé nella strada parallela dietro i mercatini di Natale. Necessaria la prenotazione ma tutto grazie al nostro grandissimo Pieter problema facilmente risolto. Tavole una affianco all'altra dove lo spazio è alquanto ristretto ma atmosfera molto famigliare e cordiale seppur un po' caotica per la quantità di clienti all'interno. Menù principalmente a base di pesce. La scelta alla fine cade su una pentola a testa di cozze al sugo o in bianco gustosissime con tonnellate di pane da intingere ed il tutto accompagnato da una bottiglia di vino bianco. Costo sui 20,00 euro, 30,00 con la bottiglia e, anche se non si esce completamente sazi, il prezzo vale l'atmosfera e la compagnia. 

martedì 5 gennaio 2016

Capodanno a Bruxelles.

Viale dei mercatini natalizi
Non avendo alcun tipo di aspettativa e non immaginando minimamente a cosa saremmo andati incontro partiamo per la capitale belga. Destinazione più che improvvisata. Mettici il fatto che, la magia dei mercatini natalizi, l'atmosfera di festa e la presenza di numerose persone per l'ultimo dell'anno abbiano aiutato enormemente, ma, Bruxelles voto 10.
Iniziamo da capo. Il costo del volo rispetto a molte altre capitali europee è stato irrisorio: Ryanair per 100,00 euro prenotando con un paio di mesi d'anticipo con partenza da Verona. Aggiungi il parcheggio low cost interno all'aeroporto Catullo a 2,00 euro al giorno e niente niente il costo del viaggio è quello che incide meno rispetto a tutto il resto. Fortunatamente, il nostro caro amico Pieter, ci accompagna presso l'hotel, quindi, per come raggiungere il centro dall'aeroporto e relativi costi vi rimando a questa guida.
Arriviamo in una ventina di minuti in macchina presso il Belvue Hotel  poco fuori dal centro, zona Molenbeek. L'impatto è molto positivo considerando la realtà tra le foto pubblicate in Booking e quello che si presenta ai nostri occhi. Veniamo accolti da un ragazzo molto gentile e disponibile, paghiamo in anticipo 338,00 euro per una doppia con bagno privato per quattro notti (solo pernottamento). La stanza, anche se un po' spoglia, comunque è molto gradevole per non parlare del letto super comodo e del bagno con una mega doccia. Giudizio molto positivo.
Il centro dista a piedi solamente 15 minuti dove ne approfittiamo per guardarci un po' intorno e metterci a nostro agio. Non so se fortunatamente o meno ci imbattiamo inizialmente nei mercatini di natale dove una lunga passerella in legno fa da territorio di numerosissime bancarelle dove si possono trovare le cose più disparate...birre, ostriche, gadget, caffè, grappe, salumi, giocattoli, cappelli, sculture in legno, ecc. Ovviamente il primo in cui fare tappa non può che essere lo chalet della Chimay (birra tipica belga). Nel giro di pochi minuti entriamo subito in confidenza con il gestore, Bernard, che inizia a farci assaggiare il formaggio Chimay (da accompagnare alla birra) e delle patate arrosto cucinate con lo stesso formaggio assieme ad uno stufato a dir poco spettacolare. Come per secondo come non visitare quello della Leffe (altra birra tipica belga) anche qui con formaggio tipico (una sorta di mezzano) e prosciutto crudo tagliato a mano al momento. Titolari simpaticissimi. La pace dei sensi in confronto.

Vino bianco e ostriche.
L'entusiasmo inizia a salire a livelli preoccupanti per trovarci sbronzi (imbriaghi neri suonava male) poco dopo sopra la ruota panoramica che sormonta gli interi mercatini (6 euro per una decina di minuti ma lo spettacolo, vento escluso, ne vale pienamente il costo). Età media 80 anni o coppie...ma poco importa.
Preso coraggio, forse anche troppo, iniziamo a darci alla pazza gioia. Avendo notato, molto sorprendentemente, moltissimi punti in cui vengono servite ostriche e vino bianco, chiaro che, una tappa bisogna farla. Per 6 ostriche, aperte li al momento (numero minimo per un piatto) 12 euro e altri 6 per due bicchieri di vino, 10 se Champagne. Le prime con un po' di limone spettacolari il secondo osceno. Dopo l'ennesima birra ci avviamo a festeggiare il capodanno ma il tema locali verrà affrontato in un secondo momento.


Gran Place, Bruxelles.
Manneken Pis, Bruxelles.




















Il giorno successivo, non propriamente con una forma fisica invidiabile, soprattutto per qualcuno, riprendiamo a girovagare per il centro. Tra svariate chiese e viali talmente grandi da perdere la vista arriviamo finalmente in Grande Place, la piazza principale della città e considerata una delle più belle del mondo. Dal 1998 è stata inserita dall'Unesco nella lista del patrimonio dell'Umanità. Spettacolo più unico che raro. Una melodia riempie l'intero ambiente e nell'aria si libra un'armonia ed un'inspiegabile calma. Il tempo sembra fermarsi. Un gioco di luci rosse, blu, bianche e verdi, che illuminano i palazzi attorno, va a ritmo di musica. Indescrivibile poter spiegare il tutto a parole.
Un po' ad intuito essendo un po' fuori dal centro arriviamo al simbolo della città: la statua del bambino che fa pipì. E' il simbolo dell'indipendenza di spirito degli abitanti di Bruxelles. La sua origine non è stata mai accertata ma leggenda vuole che, un bambino "a suo modo" avrebbe estinto la miccia di una bomba con la quale i nemici volevano dar fuoco alla città. Un 'altra ancora narra di un bambino trovato ad urinare su di un albero durante le fasi cruciali di una guerra e quindi rappresenterebbe il coraggio militare dei belgi.

Atomium, zona Heysel, Bruxelles.
Tra l'Hard Rock Caffè, infiniti negozi di cioccolata e di souvenir altra tappa molto interessante è l'Atomium, simbolo dell'Expo belga del 1958 dedicato alla "Valutazione per un mondo più umano". Ci si arriva tranquillamente in metro (2,50 euro per una singola corsa o 7,50 euro per tutto il giorno) alla fermata dell'Heysel teatro nel 1985 della morte di 39 tifosi durante una finale di Champions League tra Liverpool e Juventus. Lo stadio comunque lasciato completamente alla deriva. Il costo del biglietto è di euro 11,00 per visitare questa enorme struttura. All'interno si trova la descrizione fotografata e cimeli dell'epoca di tutta la manifestazione, nonché tutte le varie fasi della costruzione. Inoltre vi è una rappresentazione stilizzata dei più importanti padiglioni che caratterizzarono l'evento come Stati Uniti, U.r.s.s., Giappone e Brasile. La visita partendo di buon mattino occupa mezza giornata considerando una quarantina di minuti tra andare e tornare in metro.
Molto interessante inoltre la via dello shopping. Un viale circondato da negozi di tutti i generi e tutti i tipi con la marche internazionali più famose e più economiche.