martedì 20 agosto 2019

Tanzania: arrivo a Dar Es Salaam e trasferimento ad Arusha.

Dar Es Salaam è la più grande città della Tanzania, il principale polo economico ed il primo porto del paese. Il nome viene spesso abbreviato in Dar e la popolazione locale usa comunemente anche il nomignolo di Bongo. In passato la città era chiamata Mzizima. Pur avendo perso lo status di capitale nel 1996, formalmente sostituita da Dodoma, Dar Es Salaam ospita tuttora la maggior parte delle funzioni amministrative del paese, oltre ad essere capoluogo della regione omonima.
In viaggio verso Arusha, Tanzania.
Una volta atterrati le pratiche per il visto d'ingresso sono alquanto lente considerata la nessuna fretta da parte del personale dell'immigrazione. Pagati i 50$ non vi sono difficoltà a trovare un taxi all'uscita dell'aeroporto in quanto, i tassisti come avvoltoi, sono stanziati a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Dopo una breve contrattazione, senza troppe perdite di tempo, al costo di 30$ ci dirigiamo verso la fermata dei bus di Ubungo Bus Station che dista all'incirca una mezz'ora di macchina.
Nonostante siano le 4 di mattina la città è estremamente viva e le strade brulicano di persone a piedi che attraversano correndo da una parte all'altra, moto che sfrecciano da tutte le parti e macchine che si superano in continuazione. L'arrivo alla stazione è a dir poco uno shock. Decine e decine di pullman con centinaia di persone che aspettano e girovagano senza un'apparente meta. Nulla ha un senso in quello che ci circonda se non un estremo caos. Il taxi di ferma in mezzo a tutto questo ma, fortunatamente, dopo svariati solleciti di portarci esattamente davanti al nostro pullman, si riesce a capire che in realtà il posto è sbagliato. Ci spostiamo di un km e magicamente compare il pullman riportato nel biglietto acquistato online al costo di 25$, Luxury Bus Coach.
Ubungo Bus Station, Dar Es Salaam.
Smontiamo ancora un po' increduli di dove siamo ma riusciamo a capirci con l'autista e montiamo nel bus. Direzione Arusha. Iniziano le 11 ore di viaggio tra la stanchezza e lo sconcerto di quello appena vissuto. L'alba inizia a farsi strada e piano piano anche i dettagli di ciò che ci circonda delineano la tipica atmosfera africana. Bimbi lungo la strada impolverata e piena di buche che giocano con il nulla, baracche costruite a fianco a fatiscenti costruzioni in cemento pericolante, decine e decine di attività commerciali, se si così si possono definire, e la vita dei residenti che sembra scorrere lentamente e senza particolari pensieri. Gli occhi si fanno pesanti e per alcune ore la realtà fa spazio ai sogni. 
I nostri compagni di viaggio, tutti di colore, sembrano guardarci con una certa curiosità ma con il passare del tempo diventiamo indifferenti ai loro occhi. Ci vengono offerte delle bottigliette di acqua e delle caramelle che accettiamo di buon grado. Ai due stop che spezzano il viaggio venditori di ogni tipo con scatoloni colmi di cibarie e cose dubbie appoggiate sulle testa battono i vetri del pullman per attirare la nostra attenzione e cercare di venderci qualcosa. La ripartenza sembra sempre una liberazione.
Le ore scorrono e la strada tra dossi, frenate brusche e pochissime curve viene lasciata alle spalle.
Una delle strade della città di Arusha.
Puntualmente alle ore 17 arriviamo ad Arusha. La principale attività economica della regione è l'agricoltura, con grandi piantagioni di vegetali e fiori da cui si esportano prodotti di alta qualità verso l'Europa. La micro agricoltura è stata colpita duramente dalla crisi del caffè ed è quasi esclusivamente agricoltura di sussistenza. Nella zona di Arusha si trovano anche diversi stabilimenti industriali che producono birra, pneumatici e farmaci. A causa della sua posizione strategica fra i principali parchi della Tanzania è meta di molti turisti. Abbiamo qualche timore di non trovare un taxi ma anche qui veniamo sorpresi direttamente dentro al bus da alcuni tassisti che si contendono la nostra attenzione.
Fortunatamente l'ostello Meru House Inn dista pochi chilometri e lo raggiungiamo in poco tempo. Se anche qui speriamo di trovare qualche turista che ci possa dar manforte rimaniamo delusi. Due puntini bianchi in mezzo ad una marea nera.
Sistemiamo le valigie e decidiamo di uscire a comprare qualcosa. Appiccicati l'uno all'altra non trascorrono più di due minuti prima che veniamo avvicinati da venditori di ogni tipo che riusciamo a schivare stile Matrix. Ma a Massimiliano e Matteo non si scappa. Iniziano a seguirci mentre noi, chiaramente girando a caso, cerchiamo di scollarceli di dosso. Decidiamo di sfruttarli a nostro vantaggio per raggiungere un supermercato senza ulteriori fastidi. Finiamo in un negozietto di dieci metri quadrati dove i prodotti hanno due centimetri di polvere attorno. Paghiamo il conto ovviamente gonfiato. Dopo un po' decidiamo di salutare i nostri due nuovi amici con una piccola mancia per averci scortato tra le vie della città. Una breve cena a base di snack e si crolla a letto in attesa della mattina successiva e la partenza per il safari.

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