venerdì 23 agosto 2019

Zanzibar - La spiaggia di Bwejuu.

Spiaggia di Bwejuu, Zanzibar.
Dopo una settimana alquanto estenuante finalmente il dolce far nulla: Zanzibar. Il nome deriva dal persiano zanj che significherebbe "Terra dei neri". Il territorio di Zanzibar è un arcipelago situato nell'Oceano Indiano, di fronte alla costa orientale della Tanzania.
Se la compagnia di bandiera, la Air Tanzania, si perde per strada i biglietti aerei in quanto a loro dire "fatti troppo presto" (febbraio per agosto sarà anche troppo presto) il nostro tassista, trovato tramite Tripadvisor, non si fa pregare e puntualmente lo troviamo fuori dall'aeroporto ad aspettarci (+255 773263385 Rajab, affidabile e sopratutto gentile). 30$ dollari per andare a Bwejuu che è nella costa opposta dell'isola nella parte orientale.
Lo scenario strada facendo non si differenzia molto da quello fin qui visto: baracche costruite lungo un'unica strada piena di buche, polvere e traffico. Scordatevi la bella isoletta tropicale tutta ordinata e pulita. Un posto di blocco della polizia velocemente superato allungando dal finestrino pochi scellini. Africa.
Direzione Bwejuu. E' un piccolo villaggio principalmente di pescatori che non attira ondate di turisti e quindi un'ottima zona per chi vuole godere ancora un po' della vera essenza dell'isola. Forse un po' troppa visto che per arrivare al nostro alloggio siamo costretti a percorrere un sentiero all'interno del villaggio disseminato di buche e polvere.
Spiaggia del Beach Palm Villa, Bwejuu, Zanzibar.
La sensazione di dover passare un'intera settimana praticamente in un paese abitato solo ed esclusivamente da persone locali, seppur ovviamente siamo noi gli intrusi, un po' ci angoscia ma fortunatamente, una volta arrivati con non poche difficoltà, al Beach Palm Villa le cose cambiano radicalmente. Una reception molto carina e curata, alcuni turisti che fanno colazione ed un ragazzo che ci accoglie gentilissimo. Veniamo portati nel nostro bungalow a poche decine di metri lungo la spiaggia dove facciamo la conoscenza della nostra nuova vicina di casa, Loredana, al sesto anno di fila a Zanzibar e quindi una fonte preziosa di informazioni che subito ci tranquillizza sui dintorni e sulla sicurezza del posto, ovviamente con tutti i dovuti accorgimenti. A differenza delle altre zone dell'isola, come ad esempio il paese vicino Paje, Bwejuu conserva ancora quell'aspetto di selvaggio e un po' dimenticato da tutti. I turisti sono veramente pochi sulla spiaggia, i beach boys, assillanti e come le zanzare in altri luoghi, qui sono rari e non particolarmente insistenti. Veniamo fermati ma senza alcuna foga di vendere qualche tour. Due chiacchere al volo e via.
Le giornate trascorrono tra colazioni abbondanti, birre, sigarette e cene di pesce al Sahari, ristorante poco distante lungo la spiaggia. Verso tardo pomeriggio la spiaggia si affolla magicamente di persone. I pescatori al largo, vista la bassa marea, ed i ragazzi che si sfidano a calcio in squadre indistinguibili per noi e con un numero spropositato di partecipanti. Peccato per le alghe che in questa zona solitamente si presentano a maggio. Occhio inoltre ai ricci di mare che con la bassa marea sono presenti in abbondanza. Ovviamente per chi vuole movimento e caos la meta non è consigliabile.
Spiaggia di Nakupenda, Zanzibar.
Tra le escursioni sicuramente da fare per interesse e prezzo, NakupendaDura tutta la giornata dalle 8 del mattino fino indicativamente alle 18 di sera al costo di 50$ a persona (i prezzi dei safari sono solitamente fissi se prenotati in spiaggia).
Chiaramente la lingua di sabbia ad agosto sparisce completamente da quanti turisti vi si accalcano. Trasporto al porto andata e ritorno, pranzo di pesce in spiaggia (a base di polpo, aragosta, cicala e patatine), visita a Prison Island e tour di circa un'ora di Stone Town dove si può ammirare, tra le altre cose, la casa nativa di Freddy Mercury. La città è caratterizzata da un labirinto di vicoli dove le automobili sono inutilizzabili nella maggior parte delle vie interne. Moschee, chiese, mercato della frutta verdura e delle spezie, mercato del pesce...le cose da vedere non mancano. 

mercoledì 21 agosto 2019

Tanzania - Safari tra il Serengeti e il cratere del Ngorongoro.

Nel parco del Serengeti, Tanzania.
E arriva finalmente il momento di partire. Safari organizzato grazie a Suricata Safaris dopo una lunga ricerca in internet. 
Euro 1.170 in due persone per tre giorni e due notti (mance escluse). Pagamento del 20% in acconto tramite bonifico al momento della prenotazione ed il saldo in contanti il giorno prima dell'inizio del safari.
Ritrovo ore 6 con pick up all'ostello e puntualmente il furgoncino con Rafael alla guida arriva. Breve sosta per far salire altri turisti e via...direzione campo base.
Arrivo dopo un'ora e mezza ad un campo tendato dove veniamo accolti da "Mami" che sarà la nostra cuoca in questi giorni con una colazione internazionale da paura.
Dopo un breve ambientamento i ragazzi dello staff iniziano a caricare il Freeland che ci accompagnerà in questa avventura con viveri, tende, pentolame vario e tutto ciò che serve per il campeggio. L'attesa è abbastanza lunga per queste operazioni ma trascorre tra risate e fotografie. Finalmente si parte.
Retro della macchina del Safari.
Pronti via e capiamo subito che il viaggio in macchina per raggiungere il Serengeti, viste le pessime condizioni della strada, sarà alquanto turbolento.
La pianura del Serengeti è una regione di circa trenta mila chilometri quadrati costituita da prateria, savana e boschi situata in Africa Orientale. La parte settentrionale appartiene al Kenya e quella meridionale (circa l'80%) alla Tanzania. Si stima che sia abitata da circa un milione e mezzo di erbivori e migliaia di predatori.
Arriviamo dopo un paio d'ore all'ingresso del parco dove il driver sbriga alcune pratiche burocratiche e così ci da il tempo di fare una breve sosta.
Una volta entrati la prima parte del parco è abitata principalmente da Masai e dai greggi di capre che pascolano liberamente confuse tra qualche gazzella ed alcune zebre. Non ci si può non chiedere come un uomo possa vivere in questo ambiente desolato ed arido. I masai sono tradizionalmente pastori e la loro cultura gravita intorno la cura del bestiame. Non passa molto ed iniziano a comparire le prime giraffe.
Dopo aver percorso i primi tracciati battuti (severamente vietato guidare al di fuori) finalmente iniziamo a far sul serio, i leoni. Questi felini possono arrivare a pesare fino a 250 kg, vivono in branco e mangiano fino a 5 kg di carne al giorno. Averli a pochi metri è emozionante. Imbarazza come gli animali siano totalmente indifferenti alla nostra presenza.
Cucciolo di leone in attesa del branco.
Pozza con ippopotami.

La giornata prosegue tra avvistamenti e il male al sedere per il lungo tragitto ed al tramonto arriviamo al campo tendato dove, con l'aiuto del driver, montiamo la tenda che sarà il nostro unico rifugio per la notte. A domanda diretta se qualcuno controlla l'eventuale girovagare degli animali, ci viene risposto "siamo nelle mani di Dio". Simpatico.
La serata trascorre con una deliziosa cena e poi tutti via a letto. Le regole del campo sono semplici: la notte non si esce punto. Alla mattina sveglia prima dell'alba dove l'oscurità più totale non ci fa vedere nulla e, tra una mangusta trovata in bagno ed alcune iene che ci girano intorno si riprende la marcia per altri avvistamenti. Alcuni ghepardi in pieno pranzo con un branco di avvoltoi da far da contorno, un leopardo nascosto che ancora mi chiedo come abbiano fatto a vederlo, leoni in procinto di accoppiamento, gazzelle a non finire ed una distesa di ippopotami nelle poche pozze d'acqua rimaste e la mattinata vola.
Distesa del cratere del Ngorongoro, Tanzania.
Verso le 14 rientriamo al campo per il pranzo e subito dopo partenza per il Ngorongoro. Visto le ore che separano i due luoghi ci godiamo il paesaggio esterno e puntiamo direttamente al nuovo campo tendato dove passeremo la notte. Le condizioni a livello di polvere in macchina sono a dir poco pietose. Facciamo nel mentre la conoscenza di altri turisti italiani che nel condividere le rispettive esperienze ci invidiano la cuoca.
Giraffa nel Serengeti, Tanzania.
Alla mattina solita sveglia alle 5.30, questa volta con un freddo allucinante (circa 8° gradi) e dopo un rapido caffè partenza verso il cratere del Ngorongoro. La strada anche qui è alquanto proibitiva.
Pronti via e subito un branco di leoni che dormono. La giornata si rivela subito proficua avvistando immediatamente, seppur da lontano, l'animale più raro da vedere: il rinoceronte nero. In Africa nel 1970 questi animali erano circa 160 mila mentre ormai da molti anni si sono ridotti notevolmente al di sotto delle 10 mila unità per colpa della caccia da parte dell'uomo.
Il cratere del Ngorongoro si trova a 2.200 metri sul livello del mare e misura oltre 16 chilometri di diametro. La concentrazione di fauna è impressionante: si calcola che sia abitato da oltre 25 mila animali di grossa taglia.
Gli avvistamenti non si contano ormai più. Mandrie di bufali, gnu, giraffe, gazzelle...uno spettacolo.
Passa anche questa mattinata e facciamo rientro al campo per il pranzo. Dopo un po' ripartenza al primo campo tendato dove ritroviamo Rafael che ci riaccompagna in ostello tra ancora lo stupore e l'emozione negli occhi.


GUARDA I VIDEO DEL SAFARI








martedì 20 agosto 2019

Tanzania: arrivo a Dar Es Salaam e trasferimento ad Arusha.

Dar Es Salaam è la più grande città della Tanzania, il principale polo economico ed il primo porto del paese. Il nome viene spesso abbreviato in Dar e la popolazione locale usa comunemente anche il nomignolo di Bongo. In passato la città era chiamata Mzizima. Pur avendo perso lo status di capitale nel 1996, formalmente sostituita da Dodoma, Dar Es Salaam ospita tuttora la maggior parte delle funzioni amministrative del paese, oltre ad essere capoluogo della regione omonima.
In viaggio verso Arusha, Tanzania.
Una volta atterrati le pratiche per il visto d'ingresso sono alquanto lente considerata la nessuna fretta da parte del personale dell'immigrazione. Pagati i 50$ non vi sono difficoltà a trovare un taxi all'uscita dell'aeroporto in quanto, i tassisti come avvoltoi, sono stanziati a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Dopo una breve contrattazione, senza troppe perdite di tempo, al costo di 30$ ci dirigiamo verso la fermata dei bus di Ubungo Bus Station che dista all'incirca una mezz'ora di macchina.
Nonostante siano le 4 di mattina la città è estremamente viva e le strade brulicano di persone a piedi che attraversano correndo da una parte all'altra, moto che sfrecciano da tutte le parti e macchine che si superano in continuazione. L'arrivo alla stazione è a dir poco uno shock. Decine e decine di pullman con centinaia di persone che aspettano e girovagano senza un'apparente meta. Nulla ha un senso in quello che ci circonda se non un estremo caos. Il taxi di ferma in mezzo a tutto questo ma, fortunatamente, dopo svariati solleciti di portarci esattamente davanti al nostro pullman, si riesce a capire che in realtà il posto è sbagliato. Ci spostiamo di un km e magicamente compare il pullman riportato nel biglietto acquistato online al costo di 25$, Luxury Bus Coach.
Ubungo Bus Station, Dar Es Salaam.
Smontiamo ancora un po' increduli di dove siamo ma riusciamo a capirci con l'autista e montiamo nel bus. Direzione Arusha. Iniziano le 11 ore di viaggio tra la stanchezza e lo sconcerto di quello appena vissuto. L'alba inizia a farsi strada e piano piano anche i dettagli di ciò che ci circonda delineano la tipica atmosfera africana. Bimbi lungo la strada impolverata e piena di buche che giocano con il nulla, baracche costruite a fianco a fatiscenti costruzioni in cemento pericolante, decine e decine di attività commerciali, se si così si possono definire, e la vita dei residenti che sembra scorrere lentamente e senza particolari pensieri. Gli occhi si fanno pesanti e per alcune ore la realtà fa spazio ai sogni. 
I nostri compagni di viaggio, tutti di colore, sembrano guardarci con una certa curiosità ma con il passare del tempo diventiamo indifferenti ai loro occhi. Ci vengono offerte delle bottigliette di acqua e delle caramelle che accettiamo di buon grado. Ai due stop che spezzano il viaggio venditori di ogni tipo con scatoloni colmi di cibarie e cose dubbie appoggiate sulle testa battono i vetri del pullman per attirare la nostra attenzione e cercare di venderci qualcosa. La ripartenza sembra sempre una liberazione.
Le ore scorrono e la strada tra dossi, frenate brusche e pochissime curve viene lasciata alle spalle.
Una delle strade della città di Arusha.
Puntualmente alle ore 17 arriviamo ad Arusha. La principale attività economica della regione è l'agricoltura, con grandi piantagioni di vegetali e fiori da cui si esportano prodotti di alta qualità verso l'Europa. La micro agricoltura è stata colpita duramente dalla crisi del caffè ed è quasi esclusivamente agricoltura di sussistenza. Nella zona di Arusha si trovano anche diversi stabilimenti industriali che producono birra, pneumatici e farmaci. A causa della sua posizione strategica fra i principali parchi della Tanzania è meta di molti turisti. Abbiamo qualche timore di non trovare un taxi ma anche qui veniamo sorpresi direttamente dentro al bus da alcuni tassisti che si contendono la nostra attenzione.
Fortunatamente l'ostello Meru House Inn dista pochi chilometri e lo raggiungiamo in poco tempo. Se anche qui speriamo di trovare qualche turista che ci possa dar manforte rimaniamo delusi. Due puntini bianchi in mezzo ad una marea nera.
Sistemiamo le valigie e decidiamo di uscire a comprare qualcosa. Appiccicati l'uno all'altra non trascorrono più di due minuti prima che veniamo avvicinati da venditori di ogni tipo che riusciamo a schivare stile Matrix. Ma a Massimiliano e Matteo non si scappa. Iniziano a seguirci mentre noi, chiaramente girando a caso, cerchiamo di scollarceli di dosso. Decidiamo di sfruttarli a nostro vantaggio per raggiungere un supermercato senza ulteriori fastidi. Finiamo in un negozietto di dieci metri quadrati dove i prodotti hanno due centimetri di polvere attorno. Paghiamo il conto ovviamente gonfiato. Dopo un po' decidiamo di salutare i nostri due nuovi amici con una piccola mancia per averci scortato tra le vie della città. Una breve cena a base di snack e si crolla a letto in attesa della mattina successiva e la partenza per il safari.