sabato 27 agosto 2016

Cape of Good Hope - Sudafrica.

Provare per credere. Inutile guardare foto, documentari o che altro...se non vedi con i tuoi occhi perdi praticamente tutto. Il trovarsi avvolti completamente in una natura che sembra inverosimile per essere vera, è qualcosa che toglie il fiato. Escursione prenotata direttamente dall'ostello con l'Africa Eagle e pick up presso la struttura (costo 45,00 euro per mezza giornata) dopo un risveglio alquanto traumatico vista l'ennesima nottata di festa. Gruppo di una decina di persone dove un italiano non lo trovi nemmeno a pagarlo e alle 8.30 si parte.
Costiera Camps Bay, Cape Town.
Prima tappa Camps Bay una delle spiagge più belle e nella zona più ricca di tutta la città. Ville da favola si affiancano una all'altra con vista su uno spettacolo della natura a dir poco impagabile. Durante la stagione estiva è una delle zone più frequentate dai turisti, oltre che per la spiaggia, anche per gli innumerevoli sport che è possibile fare come corsa, bici, equitazione, ecc. Dopo una breve sosta per le foto di rito si riparte direzione Cape of Goog Hope (Capo di Buona Speranza) estremità meridionale della penisola del Capo e riserva naturale dal 1938. Fu raggiunto inizialmente dal navigatore Bartolomeo Diaz chiamandolo "capo delle tempeste" per le sue acque estremamente movimentate ma fu successivamente Vasco Da Gama a modificare il nome con quello attuale per augurarsi buona fortuna per il suo viaggio verso le Indie.
Cape Point, Capo di buona speranza Sudafrica.
Viaggio di circa quaranta minuti e molto piacevole grazie anche alla guida/driver che, seppur in inglese, spiega in continuazione ogni singola cosa che vediamo. Si paga l'ingresso di pochi euro ed è possibile tranquillamente arrangiarsi nel fare il tutto con la propria auto anche senza appoggiarsi ad una compagnia organizzata. Lo spettacolo attorno a noi è fantastico. Scogliere e spiagge incontaminate e a perdita d'occhio, alcune impossibili da raggiungere visto il mare sempre estremamente mosso. Arriviamo al parcheggio dove centinaia di turisti corrono a destra e a sinistra, chi per scattare qualche foto, chi per comprare qualche souvenir. Capitolo cinesi/giapponesi. La leggenda delle foto allo sfinimento è stata da anni provata e comprovata da chiunque ma provare per credere l'attesa di ben dieci minuti per poter fotografare il famoso cartello con le coordinate della zona. Cose da matti.
Boulders Beach, Capo di buona speranza.
Tempo di mangiare qualcosa ed è tempo di ripartire con meta Boulders Beach, detta anche la spiaggia dei pinguini, a poche decine di minuti di distanza. Ingresso costo 5,00 euro (un po' caro per quello che viene offerto) ma ovviamente solo vedere decine e decine di pinguini ,chi steso al sole e chi in acqua a rilassarsi, ne vale sicuramente la pena. Che vitaccia. Anche qui ovviamente per scattare qualche foto occorre mettersi in fila. Pochi minuti ed è tempo di ripartire verso la città a quasi un'ora di strada.
Una giornata obbligatoria da fare per chi ha la fortuna di trovarsi a Cape Town e la voglia di vedere cose che rimarranno nella mente e nel cuore per molto molto tempo. E poi mi chiedono "ma che ci vai a fare in Sudafrica".

sabato 20 agosto 2016

Sudafrica - Durban.

Zona costiera di Durban, Sudafrica.
Arrivo nella terza città del Sudafrica per grandezza e popolazione a dir poco allucinante. Dopo due giorni fantastici a Johannesburg, con poche ore libere e molte persone conosciute, le aspettative sono molto alte ma vengono subito spazzate via nel breve lasso di tempo di sbarcare e dirigersi allo sportello Tempest per ritirare l'auto. Pagamento in anticipo con carta di credito, euro 145,00 con copertura assicurativa totale (inizialmente spese a carico e poi rimborso da parte della compagnia) per quattro giorni. Iniziamo subito bene la discussione in quanto il rinnovo nella patente italiana (bollino in alto a sinistra) non li convince sulla bontà della validità. Dopo varie ricerche in internet riescono a mettersela via e a credermi. Patente internazionale nemmeno guardata nonostante sembrasse obbligatoria. Capitolo carta di credito. Nel momento del ritiro dell'auto la compagnia trattiene una quota (circa 300,00 euro in questo caso) per eventuali danni durante il noleggio. Ora, non so il significato tecnico e l'utilizzo della varie carte ma, nel momento in cui nella mia trovo scritto MasterCard con affianco il termine Credit Card, non credo ci voglia un fenomeno per capire che si tratta di una carta di credito. Ma per la splendida signorina al banco la carta di credito deve avere i numeri in rilievo. Discussione di un'ora con tentativo nell'ordine di: pagamento in contanti (niente), bonifico estero (niente), accordo sottoscritto da entrambi (niente), corruzione (niente), fenomenata nel mostrarle che nel conto posso pure compragliela la macchina (niente). Non resta che chiamare un taxi e ringraziare. Ovviamente piove sul bagnato. Incidente dopo alcuni km percorsi di alcune vetture. Genialata del tassista. Retromarcia per oltre un km in piena autostrada. Chiaramente lampeggiata e stop da parte della polizia. Una manovra che in Italia significherebbe taglio della patente sul posto, ritiro dell'auto e pignoramento della casa, in Sudafrica, con 4 euro in moneta locale ce la caviamo. Arrivo finalmente all'hotel Madeline Groove Bed & Breakfast. Titolare gentilissima e senza tante perdite di tempo o lungaggini varie mi accompagna alla camera fortunatamente molto pulita e carina. Colazione europea (che da noi vuol dire cena fuori con gli amici) compresa nei 16,00 euro per una notte.
Hector Avenue, Durban.
E qui inizia il "dramma". Rivoluzionare i successivi dodici giorni in quanto, senza macchina, si fa gran poco considerati anche i costi dei taxi non del tutto economici. Doccia e sigaretta e il cervello rinizia a funzionare. Dopo varie idee, forse affrettata ma la più comoda, l'unica è disdire tutto quanto e riprogrammare da zero. Unica pecca aereo obbligato il 22 mattina da Durban per Port Elizabeth. Considerando il nulla vicino alla città se non Richards Bay, famosa soprattutto per le spiagge ma a tre ore di pullman, inutile muoversi per poi tornare nuovamente nella stessa città. Bloccato quattro giorni nel peggior posto che nulla ha da offrire e soprattutto alla sera uno dei più pericolosi del paese. Giorno dopo cambio obbligato di hotel e arrivo presso il Mackaya Bella Guest House (euro 100,00 per 4 notti con colazione). Titolare simpaticissima, camera non propriamente il top ma comunque decente e piscina praticamente privata in quanto unico ospite (non considerando il gatto dittatore dell'unico sdraio). E pensi...bè non va poi così male. Chiaramente tre giorni di nuvoloso e acqua.
Zona portuale di Durban.
Durban, città portuale sull'oceano indiano ed il più grande porto di tutta l'Africa meridionale. A livello attrattivo, come detto, gran poco. Il Moses Mabhida Stadium che ha ospitato alcune partite dei mondiali di calcio del 2010 (tanto vale andare al Menti), la Waterfront, lungo mare con infiniti hotel, ristoranti e negozi (Jesolo in grande), il Durban Garden Botanic, uno dei più belli giardini botanici dell'Africa (parco Querini non è poi così malaccio) ed alcuni piccoli musei che rappresentano la storia e le origini delle città (Teatro Olimpico in confronto è la Galleria degli Uffizi).
Come città da "visitare" al massimo in giornata proprio se obbligati e non certo da rimanerci bloccati cinque giorni. Case ed hotel tutti circondati da filo spinato e cavi elettrici stile Jurassic Park. Durante il giorno la zona è anche tranquilla ma comunque bisogna stare sempre attenti a non sconfinare in zone non turistiche (da una via all'altra ci si trova da posti di lusso a posti di povertà) e la sera molto sconsigliato muoversi a piedi visto l'alto tasso di criminalità e la poca presenza di polizia.

venerdì 19 agosto 2016

Sudafrica: Arrivo a Johannesburg - Soweto.

Meta ambiziosa ma studiata nei minimi dettagli per mesi. Arriva il 13 agosto e finalmente si parte. Volo con la Turkish Airlines da Venezia a Johannesburg solo andata euro 435,00 (con scalo di sette ore ad Instabul). Aereo molto confortevole personale leggermente meno.
302 Fox St, Johannesburg, 2094      
Alloggio presso Curiocity Backpackers Hostels in piena città. Camerata mista con 2 letti a castello (4 posti) divisa con due fratelli tedeschi. Prenotazione tramite Booking euro 35,00 per due notti e pagamento all'arrivo con carta di credito. Ostello a dir poco favoloso. Personale super gentile, zona relax comune dotata di bar, biliardo, tv, pc e salottino. Bagni, docce, lavanderia in comune ma tutto molto pulito e curato. Arrivo con il driver richiesto in anticipo dall'aeroporto circa (20 minuti) euro 20,00 anche se ovviamente prezzo trattabile con pazienza e voglia.
Sensazione all'arrivo a dir poco stupefacente. Quando si chiude la sportello dietro di te dell'auto e l'autista ti da in mano il trolley dicendoti "Good luck" ti guardi intorno come per dire "E adesso?" e davanti ti trovi questa porta che sembra quasi oscura nell'aprire un mondo nuovo e ovviamente mai conosciuto. Avanti entriamo. Pratiche di chech in molto veloci e pomeriggio easy, si fa per dire.
Qualche minuto di ambientamento e una birra aiuta subito a sciogliere la tensione del viaggio. La paura e i mille pensieri del viaggiare da solo vengono subito spazzati via dal guardarti intorno e vedere che tutti hanno la tua stessa età e tutti sono esattamente come te...soli e spaesati. Basta un'occhiata "Hi bro how are you? Where are you come from? Germany, France, Spain, ecc..." e dopo cinque minuti ti ritrovi uno in fronte all'altro con sigaretta e birra a raccontarti per quale motivo ti trovi in Sudafrica e il tuo programma di viaggio scambiandoti consigli ed opinioni. Ovviamente con un inglese spicciolo fai da te che alla fine poco importa.
Orlando Towers in origine una centrale elettrica.
Dopo una nottata alquanto turbolenta con due sudafricani del posto, il tutto partito semplicemente chiedendo dove sia possibile acquistare le sigarette (strade degli ostelli perennemente pattugliate dalla polizia) mattina successiva sveglia presto e pronti alla visita di Soweto. Sobborgo di Johannesburg e abbreviativo di Southern West Townships. E' una delle principali zone che più incarna la lotta dei neri contro l'Apartheid. Negli anni 80 la popolazione di Soweto mise in atto numerose proteste contro il regime iniziando a cercare di rendere ingovernabile il paese. La polizia reagì duramente vietando qualsiasi tipo di raduno che invece venivano segretamente tenuti nelle chiese. Il regime cadde nel 1995 grazie anche alla lotta continua e pagata con 27 anni di prigione di Nelson Mandela presidente dello stato dal 1994 al 1999 e premio Nobel per la pace nel 1993.
Baraccopoli in Soweto, Johannesburg.
Tramite l'ostello (costo 45,00 euro) si parte quindi alla visita di una delle principali zone più povere della città ad una mezzora di bus con un gruppo di quattro olandesi, due tedeschi e due americani. Si inizia con la visita ad una baraccopoli gestita, per quel che è possibile, da alcuni volontari del posto di cui, uno di questi, ci porta nelle vie anguste ed estremamente sporche e polverose dove la gente vive la giornata ma senza mai togliere (incredibilmente) il sorriso al turista che passa indifferente di fronte a queste catapecchie. La sensazione è alquanto pazzesca per come la gente possa vivere con il nulla più totale. Vivono in baracche di lamiera e più fatiscenti costruzioni in muratura, alquanto precaria, senza acqua potabile che arriva tre volte alla settimana e con strade non asfaltate che nella stagione delle piogge diventano vie infernali di fango dove è difficile muoversi anche a piedi.
Ingresso poi in una delle scuole gestite sia da volontari locali sia da volontari "fai da te" europei che possono dare il loro contributo per tre settimane non retribuite. I bambini, come nei film, ci corrono incontro con sorrisoni strappa lacrime e urlando come se fossimo chissà quali salvatori delle loro vite. Iniziano abbracci a non finire. Li lasciamo dopo un'oretta un po' più consapevoli delle fortune che abbiamo per dirigerci nella piazza emblema della lotta del popolo nero dove è stato eretto un museo in onore di Hector Pieterson una delle vittime degli scontri del 1976 e diventata un'icona della lotta contro l'Apartheid. La giornata nazionale della gioventù in Sudafrica è stata fissata il 16 giugno giorno della morte di questo eroe nazionale.
Ci spostiamo poi nelle vie principali di Johannesburg e veniamo invitati a mangiare all'interno di una specie di bar formato da baracche, ovviamente di lamiera, una accanto all'altra dove le persone giocano a carte e biliardo incuranti della nostra presenza. Proviamo la tipica birra del posto contenuta in un cartone tipo latte da noi, in quanto, negli anni della repressione era vietato l'uso dell'alcool e la gente per non essere scoperta riempiva questi contenitori con la birra. Dopo un breve spettacolo a dir poco stupefacente per i movimenti stile break dance di alcuni ragazzi ecco la casa nativa della leggenda Mandela. Molto umile e piccola per quel che ci si aspetta da un icona della pace nel mondo.
Facciata esterna del museo in Johannesburg.
La giornata si conclude con la visita all'Apartheid Musuem aperto nel novembre del 2001. Una serie di illustrazioni, video e oggetti di tutti quei ragazzi morti per la lotta a favore dei principi della libertà ed uguaglianza. E' uno dei musei più famosi di tutta l'Africa che permette di immergersi totalmente nel recente passato del Sudafrica. A ricordo della discriminazione di quei anni vengono venduti biglietti di colori diversi a seconda della razza e vi sono due entrate una per i "bianchi" e una per i "non bianchi". I corridoi del museo raccontano in modo alquanto toccante e cronologico la storia dell'Apartheid dove gli uomini e le donne venivano uccisi e torturati solo per il colore della loro pelle.
Tardo pomeriggio rientro in ostello e dopo una rapida doccia immediatamente ci si fionda in zona relax dove la compagnia e le birre non tardano ad arrivare.