mercoledì 7 ottobre 2015

Bali - Ubud e Tegalalang.

Oggi è il giorno dell'attesa gita ad Ubud. Decisi di abbandonare temporaneamente le spiagge, zaino in spalla e via verso l'entroterra. Con il ragazzo che ci ha affittato gli scooter (dopo dieci volte che ce lo facciamo ripetere il nome non riusciamo a capirlo) riusciamo a trattare un passaggio per un'intera giornata a 500,000 rupie (circa 30,00 euro in due a cui andranno aggiunte altre 100,000 rupie per la benzina pagata a parte).  Ubud è una cittadina di circa 30.000 abitanti e si trova ad appena 30 chilometri a nord-ovest da Denpasar, la capitale amministrativa, ed è considerata a buon diritto la capitale culturale di Bali. Immersa tra coltivazioni di riso e foreste dove prolifera la presenza dei macachi e punteggiata da numerosi e splendidi templi induisti, per via del recente sviluppo urbano difficilmente si distingue dai villaggi limitrofi, ma mantiene la sua peculiare caratteristica combinata artistica e rurale. Quindi, dopo una mini lezione geografica, siamo pronti a partire. Ritrovo alle 10 fuori dal nostro hotel. La guida deve essere particolarmente impaziente di partire visto che alle 9 è già di vedetta all'ingresso.
Monkey Forest, Ubud con i macachi in piena libertà.
Dopo un paio d'ore di macchina, dovute più che altro al solito ed estenuante traffico intenso (tutta e solo colpa dei cinesi secondo il nostro accompagnatore, evidentemente nemmeno qui riescono a farsi voler bene) arriviamo alla foresta delle scimmie, Monkey Forest. Il caos è molto essendo l'attrazione principale del posto. Veniamo lasciati all'ingresso con ritrovo dopo due ore. Paghiamo 20.000 rupie a testa (circa 1,40 euro) ed entriamo in un ambiente assurdo.
Famiglia di macachi.
Una foresta che ricopre totalmente il cielo sopra di noi con macachi ovunque. Si passa da bestioline di poche decine di centimetri a quelle più grandicelle che tutto ispirano tranne che fiducia. Il tutto comunque è presidiato dai guardiani pronti (se fa per dire) ad intervenire in caso di problemi. Per pochi centesimi è possibile acquistare delle banane da far mangiare al volo stando attenti ad attacchi improvvisati in quanto non sono li certo per soddisfare le risate e i giochi dei turisti ma bensì per abbuffarsi senza tante perdite di tempo. Ammetto che inizialmente l'entusiasmo era molto alto per visitare un posto di cui tanto avevamo letto ma pian piano che passavano i minuti lo stesso andava scemando. Immaginavo una vera e propria foresta dove vagare un po' allo sbaraglio circondati da macachi e vegetazione ma in realtà si tratta "semplicemente" di una specie di zoo di scimmie in libertà (neppure tanto grande) con percorsi asfaltati e ben delineati, bar, servizi igienici. Fatto sta che dopo un'ora usciamo decisi a bere un caffè. Ci aggiriamo un po' li intorno tra negozi di artigianato locale (oggetti d'antiquariato, dipinti artistici, manufatti in legno, souvenir, ecc) ma caldo e afa prendono il sopravvento. Fortunatamente i venditori balinesi non sono della tipologia ossessiva (stile Africa) che ti chiamano, ti urlano dietro o insistono alla morte ma ti lasciano guardare in tranquillità facendosi i fatti loro.
Vista dal ristorante Lunaung Sari.
Troviamo la nostra guida, intenta a parlare con dei colleghi driver, che ci invita a bere un caffè balinese con loro (come già spiegato acqua calda e polvere di caffè mescolata dentro senza alcun filtro). E qui scopriamo che tutto il mondo è paese. Ordinato da lui paghiamo un terzo rispetto a quello che avremmo pagato da umili turisti. Si tratta di una cifra ridicola ma comunque, chiamali scemi. Facciamo due chiacchere con non poca difficoltà ad interpretare il loro inglese ultra stretto e ripartiamo direzione Tegalalang, le tipiche risaie fatte a terrazza di Ubud. Ovviamente, nemmeno il tempo di partire e siamo subito incolonnati nel traffico ma ne approfittiamo per osservarci intorno. La mia personale sensazione è di essere in un paesino appoggiato sopra le nuvole dove tutto ciò che ci circonda è molto piccolo e ristretto rispetto ai grandi spazi delle città ma al di la l'infinito delle foreste sovrasta tutto quanto. Dopo un ulteriore ora scarsa di macchina arriviamo finalmente a destinazione. Non si sa per quale motivo ma si deve pagare una specie di parcheggio (pochi centesimi) che alla fine non esiste. Parcheggiamo quindi lungo la strada stando attenti come sempre a non essere stesi da qualcuno e ci lanciamo a mangiare per evitare ulteriori svenimenti stile Kuta Beach. Pausa al Lunaung Sari, un ristorante con una spettacolare vista risaie dove non esistono le sedie ma ci si siede all'asiatica per intenderci con le gambe incrociate sotto la tavola. Non il massimo della comodità.
La guida molto gentilmente fa preparare la tavola per due ma i sensi di colpa ci assalgono e senza pensarci decidiamo di offrirgli il pranzo. Mi fido di lui: pollo al curry con peperoni condito il tutto come fosse una specie di zuppa. Un po' piccante ma delizioso. Paghiamo (poco più di 5 euro a testa con birra) e ci dirigiamo verso l'ingresso delle risaie. Veniamo subito avvicinati da un vecchietto che li per li sembrava avere 600 anni con il tipico palo in legno per trasportare il riso (da classica foto di rito per il turista medio). Dal primo commento "pensa la fatica che avrà fatto questo nella sua vita" si passa subito ad un "va che pacco di soldi che ha in mano a forza di foto". Comunque con non poca difficoltà, visto anche il terreno alquanto scivoloso, iniziamo a percorrere le risaie tra sali e scendi e turisti intenti a fotografare ogni singola foglia che si muove. Arrivati dall'altra parte della collina il panorama è fantastico. Nonostante vi siano decine e decine di persone non si sente volare una mosca. Ovviamente anche qui trovano il modo per spillarti soldi: ogni tot metri "posti di blocco" con balinese mega sorridente che chiede un'offerta. Dopo un'oretta di camminata decidiamo di tornare indietro e recuperare la guida (che nel mentre avrà fumato un pacchetto di sigarette) per tornare verso casa non prima però di farci accompagnare in un centro commerciale per acquistare qualche souvenir per amici e parenti (stanzone unico grandissimo con scaffali e centinaia di oggetti suddivisi per categoria: bracciali, calamite, animali in legno, vestiti, gioielli, ecc). Dopo altre 3 ore infinite di macchina, rischiando oltretutto di causare una strage con due scooter, arriviamo finalmente a casa. Nove ore di escursione di cui cinque nel traffico sono più che sufficienti!

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