giovedì 29 agosto 2024

Spagna - Marbella

Quando dici Spagna pensi subito a feste e spensieratezza. Quando dici Andalusia non puoi che pensare al sole, mare e aperitivi.
Tappa 2024 quindi a Marbella, importante centro turistico della Costa del Sol, a sud della Spagna, diventata nel corso degli anni sempre più attrattiva per lo splendido centro storico e le numerose e vaste spiagge. Unica pecca che non è dotata di aeroporto e quindi lo scalo più vicino non può che essere Malaga che dista a circa un'ora di taxi. Tutto prenotabile tranquillamente con Booking. L’altra soluzione senza macchina è il bus, la cui tratta dura circa 2 ore e costa 15 euro. Dopo le 20 non ci sono però corse.
Il bello di Marbella, nonostante sia agosto e nonostante l'enorme presenza di turisti, è che ti fa sentire subito a proprio agio. Ristoranti, bar, negozi e nessuna faccia particolarmente strana riescono in tempo zero a farti dimenticare molti pensieri.
Decidiamo di alloggiare in pieno centro storico (in macchina non ci si entra ma tutto facilmente raggiungibile a piedi). Ad accoglierci al Tribeca B&B Boitique c'è Ana, spettacolare 50enne tutta sorriso e gentilezza che, vai a capire, ci sgancia subito una bottiglia da mezzo di vino come benvenuto.
Visto il ritardo aereo di 2 ore e ormai la serata inoltrata un rapido gin tonic li in zona è più che sufficiente per farci crollare.
Risveglio bello tonico (non grazie al gin) e direzione Playa de Venus una delle principali spiagge cittadine assieme a Playa della Fontanilla e Playa de Rio Real. Circa 10 minuti a piedi ma con molta molta calma.
Ora...per carità siamo ad agosto ma evidentemente il termine di larghezza agli spagnoli non deve essere molto chiaro. Gli ombrelloni e lettini sono molto stretti tra di loro dove in realtà la spiaggia è gigante. Vai a capire perché non sfruttare gli spazi. Ad ogni modo, cinesi a parte che tentano di farti massaggi senza happy end, il confort non manca.
Costo 17 euro per l'ombrellone e due lettini (grandeee Paco), mare a 10 metri, bar a 20, chiringuiti a 40...cosa chiedere di più.
Nell'approcciarsi all'acqua, dopo lo shock dello scorso anno in Portogallo dove la temperatura era glaciale, quest'anno il problema sono i sassi e rocce dei primi 3 metri. Osserviamo attentamente le persone attorno che sono tutte senza scarpette quindi le cose sono due: nessuno farà il bagno o siamo due pirla. Quindi pronti via, segno della croce e con molta calma ci approcciamo ad un falso problema in quanto le rocce, essendo lisce, non comportano particolari problemi di dolore se non figuracce nel tentare di uscire dall'acqua dove ribaltoni dovuti alle onde sono all'ordine dei minuti. Noi compresi.
Le giornate scorrono indicativamente molto calme, nessuno ha fretta, tutti vanno lenti, addirittura i ragazzi di colore con borse e magliette del calcio rigorosamente false si allontanano molto lentamente dalla polizia che pattuglia la costa come fosse un gioco continuo di guardie e ladri ma sotto Xanax.
La città antica di Marbella è inclusa all'interno delle mura della città. È composta dalle due parti storiche, il Barrio Alto, che si sviluppa verso nord e il Barrio Nuevo, situato a est. La città antica ha mantenuto quasi intatta l'antica forma databile attorno al XVI secolo. Uno dei luoghi più interessanti per visitare è sicuramente la Plaza de los Naranjos, un esempio di rinascimento castigliano. Proprio in questa piazza è possibile visionare edifici molto interessanti e al suo centro i celebri alberi di arancio e il loro profumo inconfondibile.
La sera la città si riempie di persone, nessuna particolarmente rumorosa o esagitata (non ci sono inglesi), con un'ampia scelta di locali per fare aperitivo o mangiare. Rispetto gli altri anni ci siamo imposti di non perdere troppo tempo a guardare recensioni, commenti, foto, ecc ma di perdersi tra le vie del centro e lasciare che sia il fato a decidere. La Bodega del Mar e la Taberna del Pintxo risulteranno due scelte azzeccate. A parte il vino (non esiste il classico Prosecco loro hanno la cava che è un vino frizzante ma fa pietà) ma le tapas sono qualcosa di strepitoso. Oltretutto al Pintxo i camerieri girano tra i tavoli con i piatti dove ognuno può scegliere quello che meglio crede da prendere e alla fine paga la quantità di piatti che consuma. Geni. Altra tappa fissa di ritorno dalla spiaggia è El patio de Juan dove per 6 euro è possibile mangiare un panino (bocadillo) de jamon iberico (prosciutto crudo). Da dieci e lode.
Per quanto riguarda i prezzi nulla di scandaloso rispetto casa: birre 4 euro, gin tonic 9 euro e cene a base di tapas con bottiglia di vino dai 40/50 euro ovviamente senza abbondare.
Se proprio vogliamo trovare qualche punto negativo è la mancanza di escursioni che valga la pena fare. Una volta girato tutto il centro storico, che ne vale la pena, nessuna particolarità marina da vedere o gita selvaggia da dire "dobbiamo farlo".
Eventualmente si può pensare di noleggiare una macchina per spostarsi magari all'interno verso Ronda o a ovest verso Tarifa. O eventualmente si può semplicemente godersi il mare con l'unico pensiero di come tenere al fresco la birra. 


martedì 28 maggio 2024

Due giorni a Roma


Come una famosa canzone cita "Roma non è stata costruita in un giorno" sicuramente nemmeno il più promettente ed organizzato turista può pensare di visitare in pochissime ore la città più bella del mondo. Ma con pochi accorgimenti e un programma ben studiato ci si può avvicinare.
Primo consiglio per chi arriva in treno: soggiornare vicino la stazione di Termini. Questo può far risparmiare parecchio tempo all'arrivo nonché parecchi soldi e pazienza nell'eventualità di dover cercare un taxi. Da li, poi, ci si può muovere agevolmente in tutta la città.
Prima sera e puntiamo su alcuni luoghi sacri vicini tra i quali Fontana di Trevi, Pantheon ed il Tempio di Adriano. Essendo sera, la calca giornaliera di turisti è già smaltita e ci si può godere la meraviglia di Trevi abbastanza agevolmente. Ovviamente agevolmente si fa per dire. Il centro storico poi non ha orari. Indicativamente i ristoranti/osterie tengono la cucina aperta fino alle 22.30 passate e in ogni dove qualsiasi voglia può essere soddisfatta e a qualsiasi prezzo. Non aspettiamoci piatti ricercati e prezzi modici: siamo pur sempre in centro.
Il secondo giorno è quello più denso di appuntamenti: partenza e subito caffettino nel tipico bar di cinesi dove un'uscita dei Nas chiuderebbe in tempo zero. Ma pazienza. Prima tappa la scalinata di Trinità dei Monti e relativa sottostante Piazza di Spagna a far dar cornice alla municipale impegnata a non far sedere i turisti nei scalini più famosi della città. Da li via a Piazza del Popolo con successiva tappa alla terrazza del Pincio. Una volta arrivati in questa spettacolare veduta della città in realtà dietro vi si apre un mondo con Palazzo Borghese e un viale dove,  tra cittadini che fanno jogging e turisti che passano da tutte le parti, sembra di essere in un altro mondo.
Relativamente distante un paio di km, e qui il tratto più lungo, partenza per il Vaticano. Tappa obbligatoria la visita alla Basilica di San Pietro. Una mezz'oretta di coda e l'ingresso gratuito non permettono alternative all'entrarvi. Peccato la colonna chilometrica per la Cappella Sistina ma è metà pomeriggio ed un nuovo giro alla fontana di Trevi con il sole non può mancare.
La mattina successiva passiamo alle meraviglie dell'antichità di Roma: fori imperiali, Colosseo, arco di Tito, Circo Massimo e poi visita all'interno dell'Altare della Patria, Campidoglio e piazzale Venezia. Potevamo non concludere il tour con un pranzo a Trastevere? Ovviamente no e la fortuna ha voluto portarci in una delle più famose osterie, dopo Sora Lella chiusa la domenica, Osteria il Rugantino. Da Premio Nobel per l'accoglienza il cameriere che in pieno accento romano ti accoglie facendoti sentire a casa. Terminato un umile pranzo a base di carbonara, cacio e pepe, coda alla vaccinara e polpette si ritorna in hotel per poi concludere con il rientro a Termini.
Ci si sarebbe voluto più tempo? Certamente si. Abbiamo perso qualcosa? Certamente no.

lunedì 8 gennaio 2024

Parigi - Weekend breve.


Pensare di visitare una delle principali capitali europee come Parigi in soli due giorni sarebbe un'impresa impossibile anche per Flash ma ci si può sbizzarire.
Fortuna vuole che, con l'aereo in partenza da Verona alle 6 della mattina, alle 8.15 siamo già praticamente in centro. E qui la prima sorpresa: notte fonda. L'alba infatti inizia a farsi timidamente vedere verso le 8.45. L'impatto già dal taxi (prenotato tramite booking con autista privato) non è dei migliori. Senza tetto ovunque ma ben organizzati con tende da campeggio sparse in ogni dove. Iniziamo bene.
L'hotel fortunatamente si trova in una zona abbastanza centrale Hotel Aida Opera e ci permette subito di fare colazione ma, cosa più importante, dalla hall ci consegnano le chiavi della camera. Vi è inoltre la possibilità di fare il check-in online in modo da poter smaltire la routine burocratica in anticipo senza perdere ulteriormente tempo.
Ci mettiamo in strada a piedi, nonostante i biglietti della metro prenotati online, preferiamo assaporare la città dal vivo e molto lentamente. Prima tappa la Cattedrale di Notre Dame. E' il principale luogo di culto cattolico della città, nonché monumento storico di Francia e patrimonio dell'Unesco. Come già ampiamente sapevano la cattedrale è tutt'oggi chiusa dopo lo spaventoso incendio che la colpì nel 2019. Il fascino comunque rimane intatto e facendo due passi attorno ci si può rendere conto dell'immane lavoro di ricostruzione che è stato avviato.
Successivamente ci dirigiamo verso il Pantheon, non molto lontano, situato nel cuore del quartiere latino in cima al colle di Sainte Genevieve. L'ingresso costa 14 euro e ne valgono la pena vista la maestosità degli interni. Altrettanto interessante è la cripta sotto la chiesa dove sono sepolte numerose personalità della storia francese tra cui ad esempio Voltaire. Godersi l'intero monumento con una certa calma ed una certa attenzione porta via indicativamente un paio d'ore.
Ormai è già quasi pomeriggio e alle 14 abbiamo il Louvre. La fila è interminabile ma avendo la prenotazione i turni sono abbastanza rispettati. Non di facile comprensione come gestire la fila ma sono presenti talmente tanti stuart che basta chiedere a qualcuno. Il museo è obbiettivamente infinito. All'ingresso vi è un punto informazioni dove è possibile ritirare una piantina con l'indicazione delle principali opere: ovviamente la Gioconda, la Venere di Milo, Amore e psiche sono tra le imperdibili. Da vedere assolutamente anche la parte egizia dove si trova esposta una vera mummia nonché svariate tombe ultra decorate.
Ormai è tardo pomeriggio e le gambe sono a pezzi (23,5 km come prima giornata a piedi) ed è ora di un aperitivo nei mercatini di Natale in centro. Una vaschetta di ottimo formaggio francese (non credevo) con patate e un paio di bicchieri di Bordeaux scaldano sicuramente il cuore.
Il secondo giorno dopo una ricchissima (per non dire esagerata) colazione ci dirigiamo verso Montmartre dove si trova la Basilica del Sacro Cuore sul punto più alto della città di Parigi. Raggiungerla a piedi non è difficoltoso ma eventualmente vi è una piccola funicolare che trasporta i turisti. L'ingresso gratuito, nonostante la lunghissima fila, ci convince ad entrare. La maestosità delle volte interne è da togliere il fiato il tutto contornato da un silenzio poco disturbato dal brulicare di turisti. Vi è la possibilità inoltre di sedersi per i fedeli che vogliano pregare e fare un giro abbastanza ordinato dell'intera chiesa.
Altra tappa obbligatoria, almeno da fuori visti i costi proibitivi per l'ingresso, è il Moulin Rouge. Noto per essere il luogo di nascita del can can divenne poi una vera e propria forma di spettacolo. I biglietti possono essere acquistati all'ingresso ma al costo minimo di 160 euro.
Ci dirigiamo poi nei principali luogo di culto di Parigi: Plaza de la Concorde con affianco i giardini delle Tuileries per poi puntare agli Champs Elysees con fine all'Arco di Trionfo. I giardini in questo periodo dell'anno sono caratterizzati dai mercatini di Natale con moltissime attrazioni per piccoli ed adulti. Mettici pure numerosissime bancarelle di street food ed il pomeriggio è garantito. Vi è anche inoltre un piccolo lago artificiale contornato di sedie dove ci si può rilassare, turisti a parte che danno da mangiare alle oche con conseguente attacco dall'alto dei piccioni.
Per ultimo abbiamo tenuto la Torre Eiffel con vista serale. La credevo grande ma non così imperiale. E pensare che in qualche occasione ci domandavamo se si vedesse da ogni punto della città...la risposta è decisamente si. Una torre metallica completata nel 1889 in occasione dell'esposizione universale e diventata rapidamente il simbolo della Francia e di Parigi. I turisti sono una cosa esagerata che a mala pena si fatica. Tentiamo di capire come salire ma le due ore di colonna e soprattutto l'ora ci fanno rapidamente desistere. I punti fotografici sono in ogni caso infiniti in quanto da vicino o da lontana è da rimanere senza parole.
Successivamente decidiamo, finalmente, di testare la metro. Tanta paura per nulla. Estrema facilità di capire la direzione da prendere e le molte persone presente ci fanno stare piuttosto tranquilli.
Sarebbe anche ora di cena ma cercare posti particolari dove non essere rapinati non ne abbiamo voglia così ci infiliamo in un Hard Rock Cafè e un paio di birrette ce le sgoliamo più che volentieri.
Per concludere questo rapido riepilogo devo ammettere che se inizialmente non mi aveva particolarmente colpito come città, forse anche per la mancanza del sole che rendeva tutto molto tetro, alla fine si è rivelata un'ottima esperienza.

mercoledì 23 agosto 2023

Portogallo - Lagos

Spiaggia fronte Bahia Beach.
Quando pensi al Portogallo la mia mente vagava spesso nel nulla non avendo mai avuto la possibilità di interessarmi al paese e quindi la ricerca di dove andare, nella settimana dell'anno dove è obbligatorio non pensare a nulla, non è stata semplice ne tanto meno veloce: Faro, Portimao, Albufeira, Lagos e chi più ne ha più ne metta su una regione, l'Algarve, di quasi 5 mila km quadrati. 
Alla fine la scelta cade su Lagos un po' leggendo qua e la sui vari blog e un po' di cuore. Come su tutti i viaggi la scelta dell'hotel e la distanza dal punto d'arrivo è la prima questione da risolvere: aeroporto di Faro - hotel Lagos 80 km e più di un'ora di strada. Abbiamo valutato varie opzioni tra cui il treno (troppo lungo), Uber (mai provato), taxi (troppo costoso?) e alla fine tramite Booking abbiamo prenotato un driver al costo di 80 euro andata e 80 euro per il ritorno cosa che sembrava più sbrigativa e semplice dopo un viaggio di due e mezza di aereo. Pick up appena fuori gli arrivi e all'hotel...più comodo di così. Provando a chiedere all'hotel anche i prezzi non cambiavano quindi alla fine è andata bene così.
Grotta visitabile con il kajak.
Altro nodo cruciale: le spiagge. La sterminata ma molto diversa costa dell'Algarve si caratterizza per lunghe spiagge sabbiose e costoni di roccia con piccoli e spettacolari lembi di sabbia. Ora ad agosto il piccolo lembo paradisiaco sulle foto di Google scattate da qualche solitario alle 5 di mattina credo che possano attrarre i sognatori ma immaginarsi una giornata tipo, estiva, con un milione di turisti accostati l'uno all'altro, anche no.
Lagos quindi garantiva la possibilità di godere di una e l'altra cosa e la scelta di Bahia Beach con pochissimi ombrelloni con lettini (costo 15 euro) garantiva il giusto relax lontani da famiglie esaurite e bambini scatenati. Il bar dietro la spiaggia poi garantiva il giusto carico di birra giornaliera. Tralasciando il vento che è stato praticamente la costante di tutti i giorni la temperatura dell'oceano è stato qualcosa di shoccante. Vada che noi italiani siamo delicatini, vada che le coste del Mediterraneo molto spesso sembrano terme ma 18 gradi sono veramente da cuori coraggiosi. Primi giorni rapidi tuffi e subito risalite a battere i piedi per il freddo poi verso metà settimana e qualche decimo di grado in più i bagni sono stati più lunghi e fattibili. Sarà stata anche il farci l'abitudine ma una spiaggia e un mare del genere gridavano allo scandalo a non immergersi.
Il centro di Lagos è poi caratterizzato da un corso principale dove si snodano vie e viuzze piene zeppe di bar, locali e ristoranti dove soddisfare qualsiasi voglia culinaria dalle tapas, al messicano, all'impensabile sudcoreano le scelte non mancavano. Taberna da Mo (tapas) e Green Room (messicano) sono stati i locali che ci hanno accompagnato per tutta la settimana. Le lunghe file d'attesa e soprattutto il poco rispetto del turista da parte di qualche cameriere ha indirizzato la scelta seppur in modo magari anche ripetitivo. Basti pensare che un locale via messaggio si spacciava per esaurito tutte le sere quando poi passandoci ripetutamente davanti non avevano mai nessuno. Rispetto del turista zero nonostante la maggior parte sia moderatamente educato. Tranne qualche personaggio addetto alla droga facilmente individuabile e qualche alcolista autoctono la zona è sempre stata molto tranquilla tranne a qualche ora della notte dove qualche turista credeva di essere su una notte da leoni versione portoghese (molti inglesi purtroppo). Nella piazza principale poi ogni sera si intervallavano artisti di strada più o meno orecchiabili ma questo garantiva un'atmosfera di "comunità" che molto spesso in ferie viene meno.
Per quanto riguarda le escursioni tutte ovviamente prevalentemente sull'acqua. Vi è la possibilità di prenotazione online (come nel nostro caso) altrimenti lungo la via principale del porto i baracchini delle varie compagnie si sussuegono l'un l'altro. In condizioni di minore confusione la grotta di Benagil potrebbe anche risultare interessante. Ovviamente non in agosto dove tra kajak, barche e barchini praticamente non ci si entra. A mio avviso 40 euro spendibili in altro. Di tutt'altra idea invece relativamente all'escursione in kajak con la Lagosadventure.com che sempre per euro 40 a testa propone un escursione di due ore di cui un'ora e mezza in kajak tra le grotte costiere e il punto panoramico Punta de Piedade. Nonostante qualche piccolo intoppo nella conduzione del mezzo tutto sommato esperienza da fare sicuramente.

venerdì 21 luglio 2023

Energiesprong - Olanda

Quando ti propongono un viaggio studio la risposta non può essere che "sisssignore".E quindi via partenza per Amsterdam con tappa a Utrecht e L'Aia. Condividere un viaggio con colleghi e capi è sempre un bel trauma dovendo coniugare la giusta dose di rispetto dei ruoli ma anche la leggerezza di essere fuori dal proprio posto di lavoro e direi che questo connubio è stato pienamente centrato.
Arrivo quindi ad Amsterdam primo pomeriggio con tappa "veloce" all'hotel per il check in e poi via di corsa per una rapida visita del centro. Abbiamo optato per l'escursione in battello Lovers al costo di euro 16 a persona. I biglietti sono acquistabili anche dagli hotel (pagabili solo con carta di credito) per evitare file alle casse ma non abbiamo poi trovato particolare folla. Interessante il giro di circa un'ora con cuffie che traducono in diverse lingue quanto spiegato e toccando le principali zone d'interesse della città da un punto di vista diverso della solita passeggiata compresa la casa di Anna Frank. Il tempo purtroppo era assai ristretto e quindi si è potuto visitare poco o nulla se non prendere atto di due cose: il numero esorbitante di biciclette che sostituiscono le auto e che si...siamo i soliti italiani che attraversano ovunque ma qui le bici non si fermano.
Dopo una serata alquanto movimentata in un ristorante fronte hotel con tanto di viaggio culinario tra cinque nazioni che pochi penso abbiano capito, ci trasferiamo ad Utrecht dove iniziamo la visita di alcuni cantieri di edilizia popolare. In questi contesti i lavori di isolamento termico sono trattati a livello di prefabbricazione in azienda quindi senza l'utilizzo di ponteggi abbattendo oltretutto infortuni ed enormi perdite di tempo. Basti pensare che la copertura di una cosa con pannelli prefabbricati può essere completata in sole 8 ore.
Anche in questo caso le tappe sono fitte ed il tempo ristretto quindi non ci resta che una rapida doccia in hotel e poi via a cena. Il bello dei viaggi aziendali è che non sai mai cosa ti aspetta appena prende circolo un po' di alcool e anche in questo caso le aspettative sono state pienamente rispettate con rientro a varie ore della notte e facce alquanto ferite ma sorridenti la mattina successiva.
Per quanto la parte turistica sia durata veramente poco per poter far commenti o anche solo dar consigli ma il meteo è veramente deprimente con continue piogge e vento per poi lasciare spazio al sole e poi nuovamente piogge. Tutto un togliere e rimettere felpe, giubbini e sciarpe. Per quanto riguarda poi alcuni prezzi benzina circa un 10% più cara che in Italia per non parlare del cibo basti pensare 4 euro per una confezione piccola di Pringles.

giovedì 4 maggio 2023

San Gimignano.

Nel cuore della Toscana, in provincia di Siena, sorge San Gimignano che, per la caratteristica architettura medioevale e del suo centro storico, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco.
Moltissimi sono gli alloggi disponibili e, di conseguenza, anche le relative problematiche per il parcheggio. All'interno delle mura cittadine non è possibile parcheggiare, salvo permesso Ztl per scarico e carico bagagli e quindi, chi volesse alloggiare in centro, deve mettere in preventivo una passeggiata di almeno dieci minuti con valigie al seguito. Solitamente si può trovare facilmente posto in zona scuole. In mezza giornata si può tranquillamente avere un'idea abbastanza completa del borgo non essendo particolarmente grande. Palazzo comunale, piazza della Cisterna e piazza del Duomo sono i principali punti d'interesse.
San Gimignano, per gli amanti del vino, è famosa per la vernaccia, un vino bianco la cui produzione è ristretta appunto al solo comune toscano. E' controllato e garantito dal marchio DOCG ed è stato il primo vino italiano a ricevere il marchio DOC.
I produttori sono diversi e abbiamo avuto la fortuna di conoscere i vari prodotti nell'enoteca in pieno centro Gustavo Mescita Vini di proprietà di Giorgio e della sua famiglia. Gli abbinamenti con pecorini e salumi locali, l'immancabile olio e pane senza sale fanno da cornice ad un'esperienza indimenticabile.




venerdì 9 settembre 2022

Palma di Maiorca - Cala D'Or

Spiaggia di Cala Gran.
Dici Palma di Maiorca e pensi a spiagge infinite e brullicanti di turisti che invadono le strade del centro. Dici Cala D'or e non sai cosa aspettarti. 
Primo problema: raggiungere la costa sud/est dell'isola che proprio piccola non è. I taxi, vista l'oltre ora abbondante per raggiungerla, non si fanno certo problemi a chiedere circa 70/80 euro a tratta per due persone. Alternativa economica ma altrettanto lenta è il bus. Dovreste prendere il treno T3 fino a Manacor e poi prendere il bus 841B della Tib. Viaggio che dura circa due ore e mezza. In alternativa noi abbiamo contattato l'hotel che tramite la compagnia Transuinion, al costo di euro 7,50 a persona per tratta, effettua il trasporto. Obbligatoria è la prenotazione. Il desk è verso l'uscita a sinistra dopo gli arrivi dell'aereoporto altrimenti indicazioni purtroppo non ce ne sono e rischiate di girarvi tutto il gate come abbiamo fatto noi.
Gli hotel non si contano. Noi abbiamo optato per il Cala D'Or Hotel in pieno centro. Euro 1.200 a testa con colazione a buffet che è qualcosa di eccezionale. Poca empatia da parte della titolare ma quasi ogni giorno veniva offerto qualcosa a livello organizzativo per intrattenere gli ospiti compreso l'happy hour tutti i giorni dove dalle 16.30 alle 17.30 pagavi una consumazione e te ne venivano date due.
Il centro di Cala d'Or è qualcosa che non ti aspetti...una piccola Tarifa in miniatura dove locali, bar e ristoranti di tutti i tipi si affiancano uno all'altro. Nessuno che ti disturba, nessuna compagnia di balordi troppo ubriachi ma solo coppie e famiglie che riempiono le vie. Non tantissima la scelta di negozi per eventuali acquisti ma solo lo stretto indispensabile. Sicuramente da provare "La Bodega" che, con uno stile molto easy e giovanile, offre ottime tapas vegane, di carne e pesce. Per quanto riguarda gli aperitivi c'è da sbizzarirsi. Ovviamente essendo una zona molto turistica la qualità non è eccelsa e molte rifilate stile sangria annacquata vi arriveranno.
Tema spiagge. A Cala D'Or non esistono le spiaggie come siamo abituati noi in Italia da poter passeggiare e lunghe chilometri ma piccole calle molto spesso attrezzate con lettini ed ombrelloni. Chi prima arriva meglio alloggia. Arrivi, ti siedi e con calma, molta calma, arriva il responsabile per il pagamento che indicativamente per due lettini e un ombrellone costa 15 euro. Sicuramente da provare è Cala Gran a circa 15 minuti di scooter dal centro. Ampia, spaziosa, con un numero consistente di lettini in modo da non dover arrivare alle 8 di mattina per prendersi il posto. Bagni pubblici in spieggia e alcuni bar e ristoranti che permettono di fare aperitivo o pranzo a prezzi tutto sommato accettabili. Di notevole bellezza il ristorante "Organic" che offre, oltre alla simpatia e gentilezza del proprietario italiano, anche dei piatti che sono delle opere d'arte e una cura della zona esterna con piante e fiori ogni dove.
Per muoversi nell'isola dipende dallo stile che volete dare alla vostra vacanza. Ovviamente visto la grandezza l'auto vi permette di raggiungere molti dei principali punti d'interesse. Lo scooter invece, come nel nostro caso, vi permette di muovervi per lo stretto necessario per visitare zone limitrofe e cambiare un pò dalla solita routine giornaliera.
Per quanto riguarda il costo della vita inutile negarlo, siamo in ferie. Qualcosa di più rispetto casa la paghi ma sicuramente non ai livelli delle più rinomate zone turistiche italiane. Una cena senza farvi mancar nulla circa 40 euro a testa, un cocktail 8 euro, una birra media 4 euro mentre la benzina indicativamente non ci allontiamo dai prezzi dell'Italia.
Per concludere vacanze dedicate al relax senza farsi mancare un pò di vita mondana Cala d'Or sicuramente può garantire una piacevole vacanza.