martedì 24 aprile 2018

Weekend a Berlino - Campo di concentramento Sachsenhausen.

Vista ingresso campo dall'interno della struttura.
A mio avviso assolutamente imperdibile se vi trovate nelle vicinanze di Berlino è la visita al campo di concentramento Sachsenhausen. Dista circa 45/50 minuti dal centro della città ed è raggiungibile in metropolitana per poi dover prendere un pullman (fermata subito fuori dalla stazione) dalla cittadina di Orianenburg che, in circa 15 minuti vi porta direttamente all'ingresso del campo. Se in possesso della Berlin Card trasporti già inclusi nel prezzo. L'entrata è completamente gratuita ma di sicuro interesse, anche per capirci qualcosa in più, è prendere l'audio guida al costo di 3 euro al banco informazioni che trovate appena arrivati. E' disponibile praticamente in tutte le lingue. E' possibile poi, previa prenotazione online, avere una guida personale sia per gruppi sia per poche persone.
Incamminandosi verso l'ingresso vero e proprio del campo ammetto che l'ansia e la sensazione di vedere, per la prima volta, qualcosa che ha portato così tanto dolore e sofferenza è particolarmente emozionante.
Forno crematorio originale.
Nel campo tra il 1936 e il 1945 furono rinchiuse più di 200.000 persone di circa 40 nazionalità. I prigionieri furono inizialmente oppositori politici del nazionalsocialismo poi, in numero sempre crescente, appartenenti ai gruppi dichiarati razzialmente e biologicamente inferiori dai nazisti e quindi, a partire dal 1939, un numero sempre maggiore di cittadini provenienti dagli stati europei occupati dai nazisti.
Decine di migliaia di persone morirono di fame, malattie, lavoro forzato, maltrattamenti, oppure diventarono vittime di esecuzioni sistematiche delle SS o di esperimenti medici. Particolarmente toccante è la storia di un ragazzino di 8 anni a cui fu iniettato il batterio della febbre gialla solo ed esclusivamente per vedere gli effetti sul fisico del piccolo. Non mancavano ovviamente le impiccagioni pubbliche in mezzo al campo prevalentemente per punire qualsiasi tentativo di fuga che era praticamente impossibile. Solo un caso nell'estate del 44 andò a buon fine e vide coinvolto un prigioniero aiutato con degli abiti da donna da un ufficiale tedesco.
Nell'autunno del 1941 il crematorio (foto in alto a destra) di Sachsenhausen venne usato per almeno 12.000 prigionieri di guerra sovietici. La popolazione nello stesso anno insorse per l'odore in città divenuto ormai insopportabile. Gli stessi bambini, si narra, chiedevano ai militari tedeschi: "Bruciate anche oggi i russi?".
Ingresso campo "Il lavoro rende liberi".
Sulle porte d’ingresso del campo di concentramento non manca lo slogan infame Arbeit Macht Frei (“il lavoro rende liberi”). Sachsenhausen era destinato ad essere un esempio per gli altri di campi di concentramento, sia per la sua struttura sia per il trattamento dei prigionieri. Il perimetro del campo è quasi un triangolo equilatero; questa forma doveva consentire una visuale migliore dalle torri di controllo. La struttura iniziale fu però abbandonata, quando i prigionieri crebbero e il campo fu ampliato e il muro perimetrale perse la sua struttura per includere questa nuova area.
Obelisco interno al campo.
Con l’avanzata dell’Armata Rossa nella primavera del 1945, il campo di concentramento di Sachsenhausen si preparò all’evacuazione. Fra il 20 e il 21 aprile il personale delle SS obbligò ad una marcia forzata verso est circa 33.000 detenuti. La maggior parte dei prigionieri erano fisicamente esausti e migliaia non sopravvissero a questa marcia della morte. Il 22 aprile 1945 i 3000 detenuti del campo, che furono fatti rimanere, vennero liberati dall’esercito polacco.
L'obelisco fotografato qui a destra rappresenta la liberazione del campo con un soldato russo che abbraccia due prigionieri. Lo scultore dovette rifare e modellare parecchie volti i volti dei soggetti per cercare di rendere nel migliore dei modi possibili la sofferenza e lo sconforto che regnava all'epoca. I 18 triangoli rossi rappresentano poi tutte le nazioni che parteciparono alla sconfitta e cacciata dei nazisti e vuole anche essere un monumento di pace e fratellanza.
Per girare e visitare il tutto con calma senza alcuna fretta ed ascoltando tutto ciò che la guida propone prendetevi mezza giornata abbondante (considerando anche i tempi per raggiungerlo). All'interno è possibile andare liberamente dove si vuole ed osservare anche reperti storici raccolti all'interno del campo e interviste (solo in inglese e tedesco) di ex prigionieri.

lunedì 23 aprile 2018

Weeked a Berlino.

Al terzo tentativo si riesce finalmente ad andare a Berlino. I soliti prezzi irrisori di Ryanair e con 36,40 euro volo prenotato. Aggiungi pure il parcheggio a 2,00 al giorno all'aeroporto Catullo e, con nemmeno 60,00 euro, il viaggio è a posto.
Importante, in base alla tipologia e durata della vacanza che si vuole fare, dare un occhio al sito della Welcome Berlin Card per i trasporti pubblici.
Ostello ovviamente tramite Booking e la scelta ricade sul St Christopher's Inn per un totale di 47,00 euro con colazione. La vicinanza al centro e i commenti positivi vengono sicuramente confermati all'arrivo per non parlare della pulizia delle camere e dei bagni. Peccato il ferimento a morte dalla serata precedente visto che, il pub al piano terra, crea un'atmosfera tutt'altro che astemia. Operazione di check in molto veloce e subito ci si incammina alla scoperta della città.
Torre della Televisione, Alexander Platz.
Prima tappa, vista anche la vicinanza, Alexander Platz, la principale piazza di Berlino. In origine era un mercato di bestiame, ed era perciò denominata Ochsenplatz ("piazza dei buoi"); le fu dato nome Alexanderplatz in onore di una visita dello zar russo Alessandro I il 25 ottobre 1805
Altrettanto famosa per essere sede di una delle principali attrazioni della città, la Torre della Televisione. Venne commissionata nel 1964 dal segretario generale del partito socialista ed, oltre di dotare la Germania Est di un sistema televisivo, doveva anche dimostrare alla Germania dell'Ovest l'alto grado di evoluzione raggiunta. Classico esempio di unire l'utile al dilettevole.
Per poter usufruire dello sconto del 25% con la Berlin Card, per forza di cose, il biglietto non può essere prenotabile online (confermato anche dall'ufficio informazioni) ma deve essere acquistato presso la biglietteria sul posto. Costo 11,50 euro e un'oretta di attesa per il proprio turno riempita senza alcun problema girovagando per la piazza. Una volta saliti  a ben 207 metri in soli 40 secondi lo sguardo sulla città è incantevole. Vi è la possibilità inoltre di cenare nel ristorante (prezzo non di certo economico considerati i quasi 40,00 euro di media richiesti) previa prenotazione online.
Checkpoint Charlie, Berlino.
Tappa successiva obbligatoria non molto distante e facilmente raggiungibile a piedi il Checkpoint Charlie.
Venne istituito nell'agosto del 1961 in seguito alla costruzione del muro di Berlino per permettere il transito del personale militare delle forze alleate, del personale militare sovietico di collegamento, del personale diplomatico e dei visitatori stranieri. Dopo la riunificazione il punto di controllo originale venne abbattuto mentre una copia fedele della baracca di guardia è divenuta in breve tempo un punto di grande richiamo turistico. A pochissima distanza vi è inoltre una mostra fotografica sui più importati avvenimenti storici avvenuti in prossimità del sito.
East Side Gallery, museo all'aperto Muro di Berlino.
Ci si sposta poi alla East Side Gallery. E' considerata la più lunga galleria d'arte all'aperto del mondo. Essa è composta da circa 106 murales di artisti di ogni parte del mondo ed essi sono dipinti sul lato orientale del Muro di Berlino.
Fra i graffiti presenti, i più famosi sono quelli del bacio fra Erich Honecker e Leonid Brežnev (a sinistra), nonché quello della Trabant che sfonda il muro stesso.
Galvanizzati dagli straordinari eventi che stavano cambiando in modo radicale il mondo intero, artisti provenienti da ogni parte del globo accorsero a Berlino nel 1990 per celebrare la caduta del Muro, la libertà e lo spirito di riconciliazione attraverso la realizzazione di questa immensa opera che sarebbe poi diventata una durevole ed importante testimonianza della gioia e del desiderio di libertà di quei giorni. Prima d’allora esistevano già dei dipinti murali - ma solo sul lato di Berlino ovest - che erano considerati un’attrazione principalmente per i berlinesi e per i turisti.
Memoriale nel centro di Berlino.
Ormai arriva sera e la stanchezza inizia a farsi sentire e quindi rientro in ostello con birra media d'ordinanza e pronti e carichi per il giorno successivo.
Dopo una colazione da galera e necessariamente in metro, mi dirigo verso al Memoriale per gli ebrei assassinati in Europa. Consiste in una superficie di 19.000 m² occupata da 2.711 stele in calcestruzzo colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale,  totalmente percorribile al suo interno dai visitatori. Le stele sono tutte larghe 2,375 m e lunghe 95 cm, mentre l'altezza varia da 0,2 a 4 m. In base al testo di progetto di Eisenman, infatti, le stele sono realizzate per disorientare e l'intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un'angosciante solitudine.
Parlamento tedesco, Bundestag.
Successivo appuntamento fissato alle ore 11.15 è presso il Palazzo del Reichstag (ora Bundestag) e sede del Parlamento Tedesco. E' necessaria una preiscrizione online che deve essere successivamente confermata dalla segreteria. Consiglio di prendersi per tempo visto che i tempi di accettazione possono metterci anche alcuni giorni. Ci si presenta poi in ingresso con il foglio inviato tramite mail ed un documento d'identità ed il gioco è fatto. L’edificio aprì le sue porte nel 1894 e rimase in funzione fino al 1933, anno in cui fu dato alle fiamme. Dopo la Seconda Guerra Mondiale cadde in disuso in quanto il parlamento della Repubblica Democratica Tedesca aveva sede al Palast der Republik a Berlino Est, mentre il parlamento della Repubblica federale Tedesca aveva sede a Bonn. Caratteristica distintiva del palazzo del Reichstag è la sua magnifica cupola in vetro, costruita sul tetto dell’edificio con l’intento di simboleggiare la riunificazione della Germania. Dalla cupola si ammira un panorama a 360 gradi di Berlino davvero mozzafiato, mentre sotto si può osservare la Camera del parlamento tedesco. Nel cuore della cupola è presente una sorta di cono rovesciato ricoperto di specchi, che al di là del fine estetico serve a illuminare la stanza sottostante di luce solare.
Porta di Brandeburgo, Berlino.
A pochissima distanza ecco la Porta di Brandeburgo uno dei simboli della città. Progettata da Carl Gotthard Langhans e ispirata ai propilei dell’Acropoli di Atene, la Porta fu eretta tra il 1788 e il 1791. Unica tuttora esistente, e la più maestosa, tra le originarie 18 porte della città, secondo il desiderio del sovrano prussiano Federico Guglielmo II.
Inoltre fu qui che, il 12 giugno 1987, Ronald Reagan incalzò il suo illuminato avversario, con le parole: “Signor Gorbachov, abbatta questo muro!” Il discorso, che fece eco alla famosa frase del presidente Von Weizsacker - “fintanto che la Porta di Brandeburgo rimarrà chiusa, la Questione tedesca resterà aperta”. Non aspettatevi chissà cosa a livello di grandezza...le foto in internet ingannano.
Nel pomeriggio visita poi all'Isola dei Musei (biglietto compreso con la Berlin Card). I cinque musei dell'isola fanno parte dell'unione dei musei statali di Berlino a sua volta parte della Fondazione del patrimonio culturale prussiano. L'Altes Museum, ospita al piano terreno una parte della "collezione di antichità" con sculture, armi, gioielli e argenti dell'arte e della stori greca dalla civiltà cicladica fino all'epoca romana. Il Neues Museum, ospita il Ägyptische Museum und Papyrussammlung con il celebre busto della regina egizia Nefertiti e altre opere d'arte dell'epoca del faraone Akhenaton. Nelle tre ali del Pergamonmuseums sono ospitati ricostruzioni architettoniche e collezioni di sculture di epoca greca e romana, il museo dell'Asia minore e il museo di arte islamica. Il 17 ottobre 2006 è stato riaperto il Bode-Museum che ospita il museo di arte bizantina con opere italiane e tedesche dall'alto medioevo fino al XVIII secolo.